Matteo Politi, il finto chirurgo mestrino accusato di truffa e falso è ancora in libertà: le motivazioni

Mercoledì 10 Gennaio 2024 di Davide Tamiello
Matteo Politi, il finto chirurgo mestrino accusato di truffa e falso è ancora in libertà: le motivazioni

MESTRE - Dopo il verdetto della Cassazione, come da procedura di legge, la sentenza è diventata definitiva. Matteo Politi, però, 43enne mestrino accusato di truffa e falso dal tribunale romeno, al momento è ancora libero.

Perché? Al momento il suo procedimento si trova in un limbo giudiziario: in pratica la giustizia italiana ha confermato quanto deciso dai colleghi romeni ma è in attesa di un ulteriore passaggio. Tutto parte dalla richiesta di archiviazione presentata dal pm romeno Ion Rascotâ per degli episodi successivi, datata 6 giugno 2023, riguardo all'accusa di «falsificazione materiale in documenti falsi» perché la laurea presentata da Politi sarebbe risultata essere vera e conseguita all'Università di Pristina, in Kosovo. Sulla base di questa richiesta, quindi, il legale romeno di Politi (che in Italia è seguito dagli avvocati Leonardo Ferlito e Francesco Gianzi) ha chiesto la revisione del processo che si è chiuso con una condanna. Il punto chiave è: se quella laurea è stata considerata attendibile in un processo, perché in un altro è la prova regina per la condanna? «La giustizia italiana - commenta l'avvocato Gianzi - sta sostanzialmente aspettando che la magistratura romena chiuda definitivamente la vicenda, nel frattempo a Politi è stata revocata anche la misura cautelare dell'obbligo di firma». L'udienza per un'eventuale revisione del processo era prevista per ieri, ma a causa dello sciopero dei magistrati è stata rinviata.

LA VICENDA

Politi era stato arrestato a fine agosto a Mestre, in esecuzione di un mandato di cattura europeo, per una pena a 3 anni e 10 mesi. Una settimana dopo il suo allora difensore, l'avvocato Giovanni Catanzaro aveva presentato il ricorso alla Corte di Cassazione contestando la «regolarità» del processo celebrato in Romania, definito «non equo» e chiedendo quindi di disapplicare la sentenza. Una pista seguita, più o meno anche dagli avvocati della Capitale, a cui hanno voluto aggiungere però un ulteriore tassello: la richiesta di archiviazione del pm romeno. I legali del 43enne mestrino avevano quindi tenuto la linea che siccome in Romania era stata applicata una pesante aggravante per il calcolo della pena, ovvero quella di aver operato con titoli falsi la sentenza doveva tornare in appello per essere ridimensionata. La Cassazione però aveva rigettato il ricorso, ritenendo che fosse «basato su motivi infondati o improponibili in sede di legittimità».

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