BELLUNO - Qualche mese fa aveva cominciato Ponte nelle Alpi.
PASSO DOPO PASSO
La proposta era stata lanciata dalle "Scuole in rete" e a Ponte nelle Alpi aveva attecchito prima che altrove. A Borgo Valbelluna il Patto verrà presentato giovedì alle ore 20,30 nell'auditorium della ex chiesa di San Pietro, a Mel; oltre al referente delle "Scuole in rete", il professor Franco Chemello, alla serata "Benessere digitale: una sfida che si vince insieme" interverrà anche Marco Grollo, formatore, educatore e fondatore di Mec (Media educazione comunità). A Belluno venerdì (alle 18, sala Muccin del Centro Giovanni XXIII) il progetto sarà presentato dalle stesse "Scuole in rete", dall'Ufficio scolastico provinciale e da un gruppo di genitori; seguirà un incontro sul tema della sicurezza in internet con i data protection officer e autori del libro "Crimini informatici: la consapevolezza come prima difesa": Samantha Cosentino, specializzata in tutela della privacy, e Davide Sardi, ingegnere delle comunicazioni e consulente per la privacy.
LA FILOSOFIA
I patti di comunità sono basati sull'idea che l'educazione al digitale è realmente efficace solo se offerta in modo coerente e coordinato. Per farlo, genitori e scuole creano delle reti all'interno delle quali condividere una serie di principi e regole comuni, cosicché l'ingresso dei giovani nel mondo del digitale sia graduale e consapevole. La scorsa primavera i genitori di Ponte nelle Alpi dicevano: «Non vogliamo trasmettere messaggi negativi, ma positivi: noi non siamo contro la tecnologia, che va bene e va usata; ma proporne un utilizzo sano ed equilibrato». Il punto di forza è invece fare rete: più genitori condividono il Patto, più l'idea si fa strada e acquista credibilità anche agli occhi dei ragazzi.
I RISCHI
Ma altrettanto note e certificate sono anche le conseguenze negative sulla salute relazionale, fisica e mentale dei bambini e dei ragazzi. Secondo studi internazionali, infatti, un quarto dei bambini e dei ragazzi giunge all'età scolare con problemi nello sviluppo del linguaggio e della comunicazione, di salute socio-emotiva e di abilità motorie per l'uso precoce ed eccessivo del digitale, con mutamenti nella materia bianca del cervello. E dati preoccupanti giungono anche a livello nazionale e locale, come rilevato anche nell'indagine sul benessere degli studenti elaborata nel 2021 dalla Consulta provinciale degli studenti e dalle "Scuole in rete", oltre che da altre indagini della Ulss, segnalati dalle scuole e da altri soggetti. Necessaria quindi un'educazione all'uso responsabile del digitale, scopo che perseguono da anni le Scuole in Rete. Gli studenti delle scuole superiori potranno invece confrontarsi con i due esperti Cosentino e Sardi sabato alle 8 al teatro del Giovanni XXIII e approfondiranno i temi della privacy, della sicurezza, della web reputation e di tutti i rischi legati a un uso non consapevole della rete.