Mega acciaieria a Porto Nogaro, scendono in campo gli ambientalisti: «Impatto devastante»

Domenica 2 Aprile 2023 di Enea Fabris
Rotoli acciaio

LIGNANO SABBIADORO - Tanti i cittadini presenti l'altra sera al centro Civico di Lignano Sabbiadoro, in occasione di un'assemblea pubblica, con i locali strapieni di persone, per discutere della ventilata ipotesi di realizzazione di un'acciaieria nella zona di Porto Nogaro.

L'incontro era stato organizzato dal presidente di "Foce del Tagliamento odv", Giosuè Cuccurullo, che ha pure condotto l'incontro. Presenti per l'occasione, non soltanto cittadini lignanesi, ma pure altre persone dei comuni limitrofi. Sono intervenuti come relatori Paolo De Toni del coordinamento di crisi climatica e ambientale della bassa friulana, Aldevis Tibaldi del comitato per la difesa del Friuli rurale, Maurizio Fermeglia, delegato Regionale Wwf per il Fvg.

Le associazioni ambientali, Wwf, Foce del Tagliamento odv e i comitati presenti si sono dichiarati «fortemente contrari a questo tipo di intervento». È stato ricordato che anche Legambiente Fvg ha espresso pubblicamente la sua contrarietà.
Come si legge in una nota diffusa dopo l'assemblea da Foce del Tagliamento, «i relatori, sulla base dei documenti, comunicati e delibere in loro possesso», hanno sostenuto che un impianto di questo tipo, a loro avviso, «non possa essere considerato "green"», perché questo impianto potrebbe «avere un impatto dannoso per il fragile ambiente lagunare, per i territori limitrofi e per l'economia turistica locale». I promotori della serata divulgativa, nella nota, hanno espresso parole durissime, definendo l'impianto progettato «un vero e proprio ecomostro affacciato sulla laguna, uno dei siti umidi, naturalisticamente più pregiati d'Europa, già protetti da convenzione di Ramsar, direttiva Comunitaria, leggi nazionali e regionali».
Gli ambientalisti hanno rimarcato come «a oggi e nei prossimi due decenni la tecnologia di idrogeno green, ossia proveniente da fonti rinnovabili non sia disponibile nel quantitativo e nelle tempistiche che questo enorme impianto richiede per il suo funzionamento. Se dovesse essere progettato l'impianto, lo stesso consumerebbe una quantità di metano pari al consumo regionale annuo, con tutte le conseguenze che ne conseguono. Nonostante le rassicurazioni giunte dalla Danieli per l'impianto progettato per Porto Nogaro, sul fatto che si tratterebbe di un complesso a impatto nullo, gli estensori della nota temono soprattutto eventuali emissioni e «l'inquinamento, anche a causa dell'enorme logistica necessaria».

In particolare, gli ambientalisti nella nota diffusa ai media citano «Pm10, Pm5, scorie, polveri inquinanti, residuo di fusione». «La logistica poi sembra essere il punto più critico di questa ipotesi progettuale» ipotizzano gli ambientalisti, che temono che «per il funzionamento dell'impianto sarebbe necessario scavare dragando il canale d'accesso al molo, la Foce dell'Aussa Corno, fino a 12-13 metri, questo per permettere a enormi navi di poter scaricare e caricare il materiale da lavorare e quello lavorato». Anche il traffico su ruota, temono i comitati, potrebbe risultare «molto problematico», perché i camion potrebbero condizionare, a loro parere, la viabilità nei paesi della Bassa friulana.

LA POSIZIONE DI DANIELI
Nei giorni scorsi Danieli ha acquistato una pagina pubblicitaria sul Gazzettino per spiegare la situazione, puntualizzando che Metinvest «non ha fino ad ora confermato questo investimento di 2 miliardi di euro, lo farà entro settembre del 2023. Se in base a molti parametri e precondizioni, deciderà positivamente, i siti sono tre: due in Italia (uno di questi è Porto Nogaro) e uno in un altro Paese europeo». Il colosso di Buttrio, che costruirà l'impianto, supporta la scelta dell'area friulana. Danieli ha anche assicurato che l'impianto sarebbe un esempio di sviluppo sostenibile, darebbe un contributo al Pil e alle risorse necessarie al welfare. La società ha inoltre tenuto a precisare che l'impianto sarebbe sostenibile e virtuoso, a impatto ritenuto «nullo».
 

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