Cessalto. Pochi bambini battezzati, la predica choc del parroco: «Fra vent'anni saremo tutti musulmani»

Martedì 16 Aprile 2024 di Gianandrea Rorato
Don Mauro Gazzelli, parroco di Cessalto

CESSALTO (TREVISO) –  «Tra vent'anni saremo noi cristiani la minoranza. E lasceremo campo libero a chi prega veramente, i musulmani per esempio». La previsione choc arriva dal parroco di Cessalto don Mauro Gazzelli. Domenica, durante la messa, mentre celebrava i battesimi, ha parlato ai fedeli senza peli sulla lingua. «Mentre noi cristiani a fatica accettiamo il periodo di Quaresima, i nostri vicini musulmani sono molto più attivi, più sensibili, più spiritualmente coinvolti nei fatti della fede. Non lo dico a caso, basta guardarsi un po' attorno e vedere ciò che accade proprio qui, nei nostri paesi. Sarebbe sufficiente prestare un minimo di attenzione a come vivono il periodo del Ramadan. E rapportare queste realtà al drammatico fenomeno sociale del calo delle nascite. La conseguenza sono i numeri sempre più esigui dei battesimi.

Pertanto, con un pizzico di tristezza, mi viene da pensare che tra vent'anni saremo noi cristiani la minoranza». 

CHIESE SEMPRE PIU' VUOTE

Don Gazzelli ha messo in evidenza la particolare delicatezza per molte comunità cristiane in un periodo in cui le chiese si svuotano e sempre meno persone fanno battezzare i propri figli. Domenica di battesimi in chiesa ce n'erano solo due. In località sant’Anastasio si battezza molto raramente, per rimanere alla realtà cessaltina. «Adesso segnalo una cosa per la quale mi criticherete» l’incipit del parroco. «Qui in chiesa abbiamo l’immagine di Sant'Elena, era la madre dell'imperatore romano Costantino, cioè colui che con l'omonimo editto permise di poter professare liberamente il cristianesimo. Ma in precedenza non fu sempre così perché i cristiani nei primi tempi rischiavano le persecuzioni. I primi papi, successori di Pietro, venivano torturati e uccisi per la fede. Oggi siamo liberi, perché se non fosse così, in chiesa non verrebbe nessuno. Ma siamo ancora cristiani?».

E ancora: «Parlo con molti musulmani, adulti, giovani, madri di famiglia, ragazzi. Conosco bene tanti ragazzi e giovani che hanno pregato moltissimo durante il Ramadan. Loro sì, ma noi? Se non venite in chiesa e non vi interessa nulla della Quaresima, se a nessuno di noi cristiani importa di vivere con intensità la Pasqua, tra vent'anni lasceremo campo libero a chi crede e prega veramente. E magari sarà musulmano. Criticatemi pure, ma questo lo dicono i freddi numeri».

FUTURO INCERTO

Don Gazzelli approfondisce il concetto: «Spesso parlo con le persone di altre fedi, specie i musulmani, cerco di entrare in dialogo e capire le loro ragioni. Tutte le persone, ragazzi compresi, pregano molto, soprattutto durante il periodo di Ramadan. Si incontrano nella loro moschea e ogni famiglia paga una quota per l'affitto della stanza che utilizzano per gli incontri. Al sabato sera vedo passare i giovani di 20 anni, ancora con la loro tunica, di ritorno dalla preghiera. Capite le realtà che esistono accanto a noi?». Da qui la previsione per un futuro incerto: «Se si andrà avanti così, tra vent'anni saremo una minoranza. C'è il rischio che il cristianesimo possa davvero diventare una minoranza rispetto ad altre realtà religiose che ci circondano. Ma dipende da noi».

E snocciola qualche numero indicativo: «Se si va avanti così, un domani il sacerdote che mi succederà dovrà gestire da solo ben 8 parrocchie in contemporanea e cambieranno radicalmente gli orizzonti». «Oggi celebriamo due soli battesimi. Magari molti genitori scelgono di non battezzare i figli in tenera età e far decidere ai propri figli da adulti. A settembre avremo soltanto una prima elementare e molti ragazzini saranno di origine straniera. Mentre tra gli italiani i battezzati saranno pochi. Questa è la realtà in cui viviamo. È così dappertutto, nelle grosse città questo fenomeno è presente ormai da anni. Noi oggi facciamo festa perché battezziamo questi bellissimi bambini, ma dobbiamo far festa anche perché li battezziamo nel nome di Gesù». E conclude: «Nella fede si può eliminare la rabbia, anche nei giovani. Forse ci sarebbero meno problemi psicologici, meno risse, forse i giovani avrebbero più voglia di futuro. Pensiamoci, prima che sia troppo tardi».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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