Artista perde il dito montando l'opera alla Biennale, glielo riattaccano a Padova. Poi va a ritirare il Leone d'Oro

La fede nuziale di Erena Arapere-Baker si era agganciata all'installazione e aveva strappato metà anulare

Giovedì 25 Aprile 2024 di Nicoletta Cozza
Artista perde il dito montando l'opera alla Biennale, glielo riattaccano a Padova. Poi va a ritirare il Leone d'Oro

PADOVA - L’infortunio durante l’allestimento della sua opera alla Biennale d’arte, con un dito rimasto attaccato a un gancio, bloccato dall’anello nuziale. La corsa in ospedale, prima al San Giovanni e Paolo di Venezia e poi il trasferimento in tempi record a Padova, con l’anulare staccato conservato nel ghiaccio. Quindi l’arrivo nella sala operatoria dell’UOC di Chirurgia Plastica patavina, con chirurghi e… sanguisughe pronti a entrare in azione. E l’epilogo ha avuto un doppio lieto fine: il dito stesso è stato riattaccato perfettamente, la paziente ha vinto il Leone d’Oro ed è stata dimessa in tempo per andare alla Biennale a ritirare il prestigioso premio.

Cosa è successo

L’incidente si è verificato domenica 14, quando l’artista maori Erena Arapere-Baker (Collective Mataaho), arrivata in laguna dalla Nuova Zelanda, si è procurata lo “sguantamento” dell’anulare: in pratica la fede ha tenuto la mano impigliata alla struttura che stava montando, mentre lei è scivolata con la mano sanguinante e del dito erano rimaste solo le strutture tendinee e scheletriche.

L'intervento durato 6 ore

Nel reparto, hub regionale per le emergenze della mano diretto dal professor Franco Bassetto, era reperibile il dottor Tito Brambullo, il quale ha eseguito sulla paziente in anestesia generale il reimpianto del pezzo avulso utilizzando per ripristinare la circolazione innesti di vene prelevate dall’avambraccio e inserite “a ponte” in maniera da ri-creare sia l’afflusso arterioso, che venoso. L’intervento con il microscopio è durato 6 ore e si tratta di un’operazione che riesce una volta su 2. Già la mattina successiva si è capito che tutto era andato bene, venerdì la giovane è stata dimessa, mentre il giorno dopo era nel padiglione neozelandese della Biennale.

Oggi ritentrerà nel suo Paese e i medici padovani hanno preso contatto con i colleghi che d’ora in poi la seguiranno fino al recupero completo previsto tra un mese.

Il racconto

Ieri Erena Arapere accompagnata dal marito è stata ricevuta dal dg dell’Azienda Ospedale di Padova Giuseppe Dal Ben, a fianco del quale c’erano gli specialisti che l’hanno seguita e ha espresso enorme gratitudine alla struttura sanitaria del Santo.
«Lei e il suo gruppo - ha osservato Bassetto - avevano realizzato un’opera ingegneristica che ricorda la tradizione maori. Quando all’Arsenale è scivolata indietro su un pezzo di stoffa, ha provato ad appendersi, ma il tentativo è risultato inutile e si è procurata quella che viene chiamata ring avulsion. Fortunatamente il reperto è stato recuperato e messo nel ghiaccio. Noi abbiamo un servizio attivo 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno per emergenze e reimpianti e nella fattispecie l’intervento è andato bene, ma non sempre è così perché spesso il meccanismo avulsivo danneggia l’endotelio dei vasi. Venerdì le abbiamo detto che l’avremmo dimessa e proprio in quel momento è arrivata una telefonata al marito a cui è stato comunicato che aveva vinto il Leone d’Oro alla Biennale. La sua foto il giorno dopo è girata in tutto il mondo». 
«Il dito, simile a quello di un guanto, è pervenuto in buone condizioni - ha concluso - ma il problema era il fatto che arrivava molto sangue che faticava a defluire perché le vene collassano, ma le sanguisughe medicali, come avviene in questi casi, hanno fatto sì che si trovasse il giusto equilibrio».

Ultimo aggiornamento: 17:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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