L'ospedale di Cortina sotto accusa per ritardi e disguidi. «Per un tampone operatorio ho dovuto percorrere 140 chilometri»

Lunedì 21 Agosto 2023 di Yvonne Toscani
L'ospedale di Cortina sotto accusa per ritardi e disguidi. «Per un tampone operatorio ho dovuto percorrere 140 chilometri»

L'episodio di Andreas Quinz non sembra un caso isolato di servizi disattesi all'interno dell'ospedale Codivilla Putti, accreditato con il Servizio sanitario regionale dal settembre del 2019 e affidato in concessione, con contratto ventennale, alla società Gvm Cortina srl.

A luglio un cittadino del Comelico non è stato informato dell'annullamento dell'intervento già previsto. Matteo Zampol di San Pietro, dopo aver effettuato a Cortina tutti i prelievi di rito, l'elettrocardiogramma, le radiografie e dopo il colloquio con l'anestetista avvenuto al nosocomio Giovanni Paolo II di Pieve, come da comunicazione, tramite mail, il 2 luglio si è recato, per l'intervento programmato nel giorno successivo, all'ospedale cadorino, la cui sala viene presa in affitto dai medici del Putti. Con sorpresa, però, gli è stato risposto che, da una verifica, il suo nome non risultava nell'elenco. Gli è stato spiegato inoltre che c'era stato un disguido e che l'intervento non poteva più esser eseguito a Pieve. «Non costava nulla commenta il cittadino di San Pietro informarmi di questo, via mail o via telefono». Il caso segnalato di Andreas Quinz riguarda un fatto avvenuto al punto di primo intervento di Cortina, gestito da Gvm, così come i casi analoghi a quelli di Matteo Zampol non vengono gestiti dall'Ulss n.1 Dolomiti.


L'ULSS DOLOMITI
«Il commissario Giuseppe Dal Ben affermano dall'azienda sociosanitaria ha comunque richiesto una verifica a Gvm su quanto accaduto». Nel frattempo, a distanza di poche settimane, l'assistito del Comelico ha vissuto nuovamente una spiacevole situazione sul fronte sanitario, che lo ha costretto a 140 chilometri per un semplice tampone, in vista di un altro intervento. E viaggiare sulle statali da, per ed attraverso il Cadore nella settimana ferragostana significa dedicare mezza giornata solo per il viaggio. Stamattina dev'essere operato all'ospedale di Agordo. Per il rituale tampone preoperatorio però, sabato mattina, è dovuto scendere fino a Belluno. «Ho dovuto percorrere 140 chilometri (andata e ritorno), tra andata e ritorno racconta per tre minuti di tampone, peraltro in una giornata di traffico intenso. Avevo chiesto di poterlo fare a Pieve, ma mi è stato risposto che non era possibile». Immediate le scuse che arrivano dall'Ulss dolomitica. «Quanto riportato ci rammarica spiega Sandro Cinquetti, direttore del dipartimento di prevenzione in quanto all'ospedale di Pieve di Cadore vengono regolarmente garantiti, a cura del pronto soccorso, anche i tamponi preoperatori. Nel caso descritto probabilmente si è creata un'incomprensione».

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