Ue, Italia terza negli studi clinici ma ora occorre più rapidità

Nel 2022, i clinical trial, registrati su EudraCt, sono tornati ai livelli del 2019 ma il tavolo di lavoro tra Fiaso e Farmindustria chiede tempi più veloci per l'approvazione

Mercoledì 3 Aprile 2024
Ue, Italia terza negli studi clinici ma ora occorre più rapidità

È una porta che permette l’accesso precoce dei pazienti a terapie innovative.

Ma, la ricerca clinica, è anche un’opportunità per gli scienziati, il sistema sanitario e l’economia. L’Italia a che punto è su questo fronte? Nel 2022, i clinical trial, registrati su EudraCt, sono tornati ai livelli del 2019, con 713 sperimentazioni concentrate principalmente nelle fasi II e III, ponendo l’Italia al terzo posto nella Ue per numero di sperimentazioni cliniche dopo Spagna e Germania. 
E gli investimenti in ricerca e sviluppo sono stati pari a 1,9 miliardi di euro, il 6,8% del totale nella Penisola. L’impatto è significativo. Va ricordato che per ogni euro investito in sperimentazioni cliniche ed erogato dalle aziende sponsor alle strutture sanitarie, si rileva che il servizio sanitario realizzi un risparmio medio di 2,77 euro. Tuttavia «servono tempi più rapidi per l’approvazione degli studi clinici». La richiesta arriva dal tavolo di lavoro tra la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) e Farmindustria che si è riunito a Milano. 


I TEMPI

Quanto ai tempi, nonostante il Regolamento europeo per la ricerca clinica abbia stabilito tempi di autorizzazione allineati per tutti i Paesi membri (da un minimo di 60 giorni a un massimo di 106 a partire dalla data di sottomissione), in Italia i processi amministrativi di approvazione risultano ancora «più lunghi e difficoltosi rispetto alla media europea». «Integrare pienamente la ricerca clinica tra le strategie aziendali è essenziale per garantire un utilizzo efficiente delle risorse - sottolinea il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore -. Serve completare il quadro normativo per mettere in condizione i centri clinici del servizio sanitario di attrarre nuovi investimenti e restare competitivi anche a livello internazionale». 
«Per il nostro Paese è fondamentale assicurare ai cittadini tempi di accesso più rapidi all’innovazione, con un approccio più moderno che ci auguriamo arrivi dalla riforma di Aifa», aggiunge il presidente di Farmindustria Marcello Cattani. 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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