Caldo, le api stressate non volano più: la produzione nazionale di miele crolla del 41%

Martedì 23 Luglio 2019
Caldo, le api stressate non volano più: la produzione nazionale di miele crolla del 41%

la produzione nazionale di miele di acacia e agrumi, secondo i dati Ismea, è crollata del 41% rispetto alle attese. Colpa del gran caldo, sottolinea Coldiretti, che in queste ore sta opprimendo l'Italia con temperature che si abbasseranno solo durante il weekend. Le api stremate dalla calura hanno smesso di volare e non svolgono più il lavoro di trasporto di nettare e polline, ma sono in pericolo anche le nuove covate che le operaie cercano di salvare dalla disidratazione evitando che le temperature nelle arnie superino i 33-36 gradi. 

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L'ondata di caldo africano rischia dunque di dare il colpo di grazia agli alveari dove, sottolinea la Coldiretti, le api ventilatrici sono impegnate a rinfrescare l'interno agitando velocemente le ali in modo da ricambiare l'aria e quelle acquaiole portano invece acqua in forma di goccioline per raffreddare, a scapito della normale attività di impollinazione. Il risultato, precisa la Coldiretti, è che quest'anno la produzione nazionale risulterà sotto gli oltre 23,3 milioni di chili del 2018. La stato di sofferenza delle api, che sono un indicatore dello stato di salute dell'ambiente, è rappresentativo in realtà dello sconvolgimento provocato dal clima sulla natura, animali e piante.

Giugno da record per l'afa: tre gradi più della media. È il secondo più caldo dal 1800

L'afa di questi giorni è la punta dell'iceberg delle anomalie di questa pazza estate con la prima metà di luglio segnata dal maltempo con 10 grandinate al giorno dopo un giugno che si è classificato al secondo posto dei più bollenti dal 1800 con una temperatura superiore di 3,3 gradi rispetto alla media, un maggio freddo e bagnato e i primi mesi dell'anno particolarmente siccitosi.
Si registra nel 2019 una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e il rapido passaggio dal maltempo al caldo. Il ripetersi di eventi estremi, conclude la Coldiretti, sono costati all'agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

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