Morbillo, allerta focolai a Roma: gli adulti a rischio. «Preoccupa l’epidemia in corso all’estero»

Sei contagi accertati nei pronto soccorso in pazienti di età compresa tra i 19 e i 42 anni

Venerdì 2 Febbraio 2024 di Alessia Marani
Morbillo, allerta focolai a Roma: gli adulti a rischio. «Preoccupa l’epidemia in corso all’estero»

Boom di casi di morbillo negli adulti a partire dal mese di dicembre: il Seresmi, il Servizio regionale di sorveglianza sulle malattie infettive lancia il warning e la Regione Lazio ha inviato una circolare ben dettagliata a tutti gli operatori sanitari per rinnovare le raccomandazioni di prevenzione e controllo.

Soprattutto l’invito alla vaccinazione rispetto a una delle malattie più contagiose e gravi per conseguenze. Ma ecco che cosa sta succedendo. Tra dicembre 2023 e il 15 gennaio di quest’anno, scrive la Direzione regionale Salute Sociosanitaria a tutte le Asl e aziende ospedaliere, nonché ai medici di base, «il Seresmi ha registrato 6 casi di morbillo in persone non vaccinate di età compresa tra i 19 e i 42 anni». I casi sono stati identificati tutti tramite accesso in pronto soccorso, fanno sapere, anche se negli ultimi giorni altri contagi sono stati segnalati fuori dagli ospedali e in strutture assistenziali. La Asl 5 proprio in queste ore ha attivato la profilassi di vaccinazione per un ultimo caso.

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LA CONTA

La conta dei nuovi contagi è bastata a fare scattare l’allerta dal momento che nel Lazio tra il gennaio del 2023 e il mese di novembre si era registrato un solo caso di morbillo e nell’anno precedente, il 2022, erano stati due. La recrudescenza a detta degli esperti sarebbe dovuta in gran parte a «casi importati da Paesi europei» dal momento che esiste «una ripresa a livello europeo, nazionale e regionale» e che «attraverso l’epidemic intelligence sono stati identificati 954 nuovi casi di morbillo in sei Paesi Ue/See (Spazio economico europe, ndr) aggiuntivi rispetto all’ultimo aggiornamento mensile, comprese - si legge nella nota firmata dalla dirigente d’Area Alessandra Barca - le segnalazioni di un’epidemia in corso in Romania». Un’area geografica con molti scambi con l’Italia e la Capitale in particolare. 

I casi diagnosticati nei pronto soccorso e Dea di Roma e Lazio non avrebbero dato il là a cosiddetti casi secondari, ossia contagi a cascata tra gli operatori e l’eventuale utenza venuta in contatto con il malato. Il che fa pensare che abbia funzionato il dispositivo di prevenzione adottato per arginare la diffusione di Covid e influenza, ossia l’utilizzo delle mascherine all’interno delle zone ospedaliere. Il virus della polmonite, infatti, è estremamente contagioso e può essere trasmesso per contatto diretto delle mucose del volto con goccioline infette (droplets) o per diffusione aerea, quando una persona infetta respira, tossisce o starnutisce. «Non dimentichiamoci - afferma il dottore Alberto Chiriatti, vice segretario regionale vicario della Fimmg Lazio - che il morbillo fu il virus che falcidiò i nativi americani durante la conquista spagnola. Tuttavia, la percezione che si ha del morbillo è di una malattia tutto sommato non gravissima. Invece può avere, oltre a una importante polmonite tipica come conseguenza, effetti letali. C’è persino chi ritiene che è meglio prenderla come malattia, anziché vaccinarsi. Invece non c’è nulla di più errato, perché con la vaccinazione il rischio di complicazioni si abbatte. E avere il morbillo, anche in forma, diciamo “comune”, non è una passeggiata di salute. Al contrario». 

RISCHIO FOCOLAI

Dal 2017 il Ministero della Salute ha reso di nuovo obbligatorio nei bambini il vaccino contro il morbillo, raccomandando un “richiamo” anche per i nati dal 2000. Ma, di fatto, quasi tutta la popolazione nata negli anni ‘90 resta scoperta, a meno che non abbia già sviluppato gli anticorpi attraverso la malattia stessa. Le raccomandazioni della Regione sono chiare: «Tenuto conto del possibile verificarsi di eventi epidemici e di focolai (...) è essenziale: isolare i casi durante il periodo infettivo (da 4 giorni prima a 4 giorni dopo la comparsa del rash cutaneo); identificare tempestivamente i contatti e proteggere gli individui suscettibili nella comunità attraverso la vaccinazione».

Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 12:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA