Calci, pugni, chiazze di sangue e urla: “Chiamate la polizia!” si sente gridare. La scena che si palesa davanti agli occhi dei viaggiatori della metro B è a dir poco agghiacciante. Accasciata a terra è una donna, ha 39 anni ed è all’ottavo mese di gravidanza, si protegge la pancia e tiene la testa bassa. Il suolo su cui è stesa è sporco del suo stesso sangue. La rom, stremata e dolorante, tenta di allontanarsi dai sui aggressori; quando cerca di tirarsi su glielo si impedisce, si insiste con percosse senza pietà.
Pestata in metro, la rom si ribella
Sono circa le 17.30 del giorno 5 aprile, quando a Termini i viaggiatori sono costretti ad assistere ad un tale obbrobrio. «Sono incinta, non voglio più rubare, non ce la faccio più». La donna avrebbe espresso il suo desiderio di cambiare vita, avrebbe pregato i suoi protettori di poter smettere di delinquere. La sua volontà non è stata accolta; il ricatto non è bastato e la lite furibonda non tarda ad arrivare. Le donne e gli uomini facenti parte del suo stesso campo nomadi vogliono farle capire chi è che comanda.
Delle immagini forti, queste diffuse da Welcome to favelas, che certamente sconvolgono i viaggiatori. Alcuni di loro, però, trovano la forza e tentano di aiutare. Un uomo interviene cercando di far alzare la giovane donna da terra; altri urlano affinché qualcuno avverta la polizia. Ben presto l’aggressione viene sedata grazie all’intervento delle forze dell’ordine. La donna, invece, viene portata d’urgenza al Policlinico Umberto I.