Tumori, «nei bambini curiamo la leucemia con l'arsenico». La svolta del Bambino Gesù

Mercoledì 13 Novembre 2019 di Paolo Graldi
Tumori, «nei bambini curiamo la leucemia con l'arsenico». La svolta del Bambino Gesù

Bimbi malati di tumore, strappati al grande male, guariti: Alex, Giulia, Anna, Guido vanno in tv in prima serata nella docufiction Dottori in corsia, con Federica Sciarelli, Rai3. Raccontano il loro viaggio all'inferno e ritorno. Accanto i medici, insieme vincenti. Un ritorno alla vita.
È la felicità conquistata attraverso i progressi straordinari, sbalorditivi, impensabili solo pochi anni fa, della ricerca scientifica. Da qui, dal reparto diretto dal professor Franco Locatelli, centinaia di bambini affrontano queste sfide per la vita.Per alcune patologie il successo arriva al 95 per cento ma è l'intero orizzonte delle terapie che accresce e dà concretezza alla parola chiave, la speranza.

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I PROGRESSI
«Rivedere queste storie - dice Locatelli con la sua voce pacata, soppesando le parole e accompagnandole con uno sguardo denso e penetrante - ci fa capire il senso della speranza. Quando ci lascia un bambino non è solo lui a mancare, viene meno una intera famiglia. I progressi della ricerca ci permettono di dire che quel lutto sarà sempre più raro. Per esempio, non si parla più di un solo donatore di midollo totalmente compatibile per aggredire le leucemie, ma di tecniche che rendono idonei più soggetti, il padre, la madre: il ventaglio della nostra azione si fa più ampio».

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Il professor Locatelli insegna a La Sapienza, dirige il Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica del Bambin Gesù, un reparto dove si incontrano gli sguardi curiosi e impertinenti dei piccoli pazienti, imbavagliati come del resto tutto il personale da mascherine, indispensabili barriere contro i germi nell'aria.
È in questo reparto che l'équipe del professor Locatelli ha validato per uso pediatrico un farmaco che, detto davvero all'ingrosso, ha l'arsenico tra i componenti. Sì, quello stesso che si ritrova nei gialli di Agatha Christie o nei racconti di Primo Levi sul ciabattino del Sistema periodico. Un farmaco che combina il triossido di arsenico con un precursore della vitamina A, (l'acido retinoico) messo a punto per la terapia della leucemia promielocitica acuta dal professor Francesco Lococo. Un ematologo di prima grandezza internazionale, amico carissimo del professor Locatelli, tragicamente mancato tempo fa. La possibilità di poterla impiegare nei piccoli pazienti la si deve al gruppo guidato da Locatelli. Ricerca e corsia, microscopio e paziente con un comandamento: Il malato prima della malattia, dove si coglie la densità etica di un impegno che ha i tratti della missione laica, della lucida scommessa sulla forza della ragione. «Questo tipo di leucemia alla fine degli anni 80 uccideva il trenta per cento dei malati che se ne andavano in pochi giorni; oggi ne curiamo e guariamo sopra il 95 per cento». Erano percentuali da brivido anche per altre patologie del sangue: ora lontane nella memoria. Perché oggi sono affrontate con armi nuove, sofisticate e potenti.

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GLI ANTICORPI
L'immunoterapia è tra le più promettenti. In particolare contro i tumori liquidi, come nel nostro caso. «Nessuno fino a dieci anni fa avrebbe scommesso su quest'arma terapeutica». Perché tutto aveva avuto fino ad allora risultati poco efficaci. Poi si sono sviluppati tre filoni. Quello degli anticorpi che tolgono il freno al nostro sistema immunitario, quelli che creano dei ponti tra le cellule tumorali e il nostro sistema immunitario e da ultimo le cellule CAR-T che in italiano sono i recettori chimerici antigenici. Una pratica basata sull'ingegnerizzazione genetica dei linfociti T, che vengono potenziati per combattere i tumori. «Si tratta di utilizzare una specie di laser al posto del vecchio cannone. Se vuole può dire: un abito su misura per ogni malato, per ogni malattia». Su questo punto il professor Locatelli, nominato da Giulia Grillo e confermato da Roberto Speranza presidente del Consiglio Superiore della Sanità fa una lunga pausa, quasi si rabbuia. La richiesta di farmaci personalizzati aumenterà, il timore è che deflagri. «Il problema dei costi esiste. Esiste e aumenterà il suo peso. Va e andrà governato per garantire la sostenibilità di terapie così efficaci e complesse. Ma va ricordato che disponiamo di uno dei sistemi sanitari più efficienti al mondo. Guai a dimenticarselo. Semmai sono le disparità ancora presenti che vanno livellate, rese omogenee. Comunque, la prevenzione del cancro, le terapie appropriate e tempestive e i risultati della ricerca dovranno saper affrontare con successo le nuove realtà». E si lascia andare: «Ho trovato nel ministro Speranza un interlocutore attentissimo e determinato, pronto a mettersi in gioco sul fronte di queste complesse realtà.

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IL RAPPORTO
Professore, qual è il rapporto medico paziente con pazienti piccoli e tanto messi alla prova? Il medico Locatelli abbassa la voce, guarda le foto dei piccoli appese alle pareti del suo studio. «Sono le mie vittorie. Certo, ho subito anche sconfitte, ma mai cambierei per niente al mondo questo mestiere. Il più bello che esiste, almeno per me. Mi gratifica, riempie la vita e dà un senso alla vita. Si riannodano fili esistenziali che altrimenti finirebbero per rompersi. Certo, ci sono anche i dolori. Succede quando le cose non vanno per il giusto verso. La morte di un bambino ha senso se dopo che si è verificata farai qualcosa affinché non si verifichi più». Professore, quando dire la verità? «Ai genitori va detta sempre la verità, ai piccoli pazienti mai se essa genera drammi morali. Anche nel momento della terminalità, vanno accompagnati con amore. Tre i comandamenti per un dialogo: la sincerità, la voglia di spendersi perché nessuno come un malato capisce se ti stai spendendo o se stai facendo un lavoro burocratico, e mai creare danni morali. Bisogna sempre essere orientati al rispetto e alla speranza»... Sono i tanti Alex che ritrovano il sorriso a testimoniarlo.

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Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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