Aria sempre più irrespirabile in Veneto e il direttore generale ULSS 2 Marca trevigiana, Francesco Benazzi, consiglia di recuperare le mascherine dal cassetto. «Se le persone ritengono che l'aria sia eccessivamente pesante da respirare possono utilizzare tranquillamente le mascherine all'esterno» spiega Benazzi, pur ammettendo che esse non siano la soluzione definitiva ad un problema che va invece risolto alla radice. L'allerta smog si estende infatti sull'interezza della pianura padana, e in particolare la provincia di Treviso è interessata da picchi particolarmente alti di Pm10. «Il problema evidentemente si estende ben oltre i confini della Marca - precisa Benazzi - ed è legato principalmente all'abuso del riscaldamento privato e alle autovetture.
LE PREVISIONI
Detto fatto, Arpav infatti rassicura che la cappa di polveri sottili che sta mettendo in ginocchio il Veneto verrà spazzata dall'arrivo provvidenziale di correnti cicloniche nel weekend, garantendo così qualche settimana di aria pulita. Da oggi infatti forti venti soffieranno su tutta la pianura e, possibilmente, ci saranno precipitazioni in serata. «Ad ogni modo, se una persona soffre di patologie respiratorie, come ad esempio asma, può solamente trarre giovamento dall'utilizzo della mascherina all'esterno quando l'aria non è buona» sototlinea Benazzi. Ma i volti coperti dal presidio sanitario che ha accompagnato l'Italia ed il mondo per due lunghi anni diventano sempre più rari ogni giorno che passa. In tanti hanno accolto l'ormai distante conclusione dell'obbligo di indossare mascherine come una gradita liberazione e, oggi, sono veramente in pochi a farne utilizzo nei luoghi chiusi. Figurarsi all'aperto. Ad ogni modo, il progressivo miglioramento dell'aria atteso da oggi, permetterà il ritorno al livello di allerta 0 negli agglomerati di Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, e Verona, come anche delle aree di Mansuè, Mirano, San Donà di Piave, Chioggia, Adria, Rovigo, Badia Polesine, Este, Cinto Euganeo, Monselice, Piove di Sacco, Bassano, Schio, Legnago e San Bonifacio. Ma nelle ultime settimane circa l'80% dei comuni veneti è andato in livello di allerta 2. «Bisogna che le persone facciano appello alla propria coscienza - tira le fila Benazzi - e che inizino a considerare di limitare i viaggi in auto e di abbassare di qualche tacca il termostato. Poi il problema è del territorio, ma con un po' di buona volontà e attenzione possiamo sicuramente farci del bene».