Bergantino e Melara senza medico da due anni, parte una raccolta di firme

Mercoledì 24 Aprile 2024 di Marco Scarazzatti
Da due anni a Bergantino e Melara manca il medico di base

BERGANTINO - MELARA Un gruppo di cittadini di Bergantino e Melara da due anni si sta muovendo, per contenere i disagi del servizio sanitario e dei medici di base in Alto Polesine. «Il gruppo ha iniziato a muoversi nell'autunno 2022, con un primo post su Facebook, datato 1 novembre - racconta il referente del gruppo, Lodovico Gavioli -.

Abbiamo raccolto 850 firme, che sono state inviate all'Aulss 5 Polesana, assieme ad una lettera e ad articoli apparsi sui giornali. In seguito c'è stato un incontro nella Cittadella socio sanitaria, assieme al direttore generale, al direttore di distretto e al direttore dei servizi sociali. Il tutto alla presenza dell'assessore regionale Cristiano Corazzari. Da ultimo c'è stato un incontro anche tra Aulss 5, i sindaci di Bergantino e Melara, i consiglieri regionali eletti in Polesine».

IL PROBLEMA
Non ci sono medici di base. «Abbiamo fin da subito sottolineato come il nostro territorio sia decisamente sotto la media, rispetto al rapporto medici-popolazione e non sia mai stato specificamente inserito nelle zone carenti. Bergantino e Melara non risultano tra i Comuni carenti, se non per il generico ambito di Castelmassa. I medici di medicina generale sono distribuiti male. Per chi non trovasse soddisfacente il servizio di guardia diurna, ci sono ad esempio 811 posti liberi tra i medici di Adria, ma ce ne sono anche 652 a Stienta, ossia più di un posto disponibile ogni cinque abitanti. A Cerea, i medici con ambulatorio hanno 1705 posti».
Viene evidenziato che la distribuzione non omogenea dei medici, penalizza le aree più disagiate, senza che siano previsti incentivi per i medici stessi. «In diversi Comuni dell'Aulss 5 Polesana ci sono numerose disponibilità per la scelta di un medico, le visite specialistiche e pronto soccorso, portano spesso a Rovigo o ancora più distante, quando a Legnago e Borgo Mantovano ci sono ospedali e ambulatori distanti anche meno di 10 chilometri, ma non utilizzabili perché fuori territorio. Poi c'è la mancanza di continuità di rapporto umano e professionale, poiché è impossibile pianificare di ritrovare lo stesso medico che ha prescritto esami o analisi, cosicché la fiducia del paziente viene a mancare alla base. Bisogna creare una rete e operare in sinergia con enti e associazioni. Si inizierà a raccogliere dettagliatamente casi concreti di disservizio e si proseguirà proponendo soluzioni che limitino i vincoli legati ai confini amministrativi. La collaborazione tra i cittadini e le diverse realtà ci auguriamo possa essere di aiuto ai pazienti, nei casi concreti, e spronare gli enti responsabili ad individuare e attuare soluzioni, che possano riportare il malato su un giusto piano di dignità ed equità, soprattutto quando è possibile farlo attraverso la modifica di regole che oggi sono discriminanti e inique, per i pazienti di Melara e Bergantino».

Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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