AVIANO - «I numeri sono sicuramente importanti e rafforzano la qualità e la credibiltà di ogni nosocomio. Per questo è bene che il confronto e le valutazioni si basino su parametri accurati». A scendere in campo è il Cro di Aviano a fronte del numero di interventi chirurgici che vengono eseguiti all’interno della struttura avianese.
«In riferimento ai dati pubblicati – la cui fonte, non specificata, apprendiamo essere lo studio Pne Agenas 2021 – si indicano esclusivamente i ricoveri dei pazienti regionali, non i volumi complessivi dell’attività eseguita.
I NUMERI
«Tornando ai casi rappresentati, si osserva che per il cancro alla mammella il numero complessivo è di 430 (233 dei quali afferenti a residenti in Fvg), numeri che fanno del Cro il centro con la maggior casistica a livello regionale; per il tumore maligno all’ovaio i ricoveri totali nel 2021 sono stati 41 (23 dei quali per pazienti residenti in FVG), per il tumore all’utero 102 (62 dei quali a pazienti del Fvg), per il colon di 51 (35 dei quali riferiti a pazienti Fvg), per il fegato 17 (11 dei quali riferiti a pazienti Fvg), per il retto 16 (10 dei quali dal Fvg) e per lo stomaco 13 (6 dei quali Fvg)». Come dire,m però, che su diverse tipologie di interventi solo una (la mammella) è riferimento regionale.
COSA NON SI FA
«Appare poi del tutto improprio - vanno avanti dal Cro - confrontare la casistica su tipologie di interventi che non sono eseguiti al Cro, come i tumori del pancreas, del polmone o della tiroide, che fanno riferimento ad altri centri. Parlando di numeri, è fondamentale valutare anche gli indicatori sul rispetto dei tempi di attesa elaborati da Arcs relativamente agli interventi chirurgici oncologici. In questo caso, si evidenzia come, per la maggior parte delle prestazioni di classe A (da erogare entro 30 giorni), il Cro si collochi nella parte alta della classifica: è al 98% per il tumore alla mammella, al 97% per il tumore al colon, al 95% per il melanoma, al 90% per il tumore al retto e all’80% per il tumore all’utero».
I LABORATORI
«Sono molto amareggiato dal fatto che si usino numeri inesatti, che possono screditare l’attività del Dipartimento che dirigo», commenta Samuele Massarut, direttore del dipartimento di Oncologia chirurgica. «L’eccellenza del nostro lavoro è dimostrata dal fatto che circa il 50% dei pazienti trattati provengono da altre regioni. Il mancato riconoscimento dei nostri sforzi crea frustrazione nell’equipe, senza che questo mini minimamente il nostro impegno quotidiano nella ricerca e nella cura dei tumori. Il Dipartimento di Chirurgia è parte integrante di tutti i percorsi di ricerca traslazionale e non riesco proprio a immaginare come la ricerca e la cura possano essere separate in un Ircss oncologico, che nell’idea del Ministero della Salute nasce proprio per tenere insieme queste due anime fondamentali per lo sviluppo della sanità del futuro».