PORDENONE/UDINE - In un momento in cui da tutte le parti si continua a ripetere che il salario dei lavoratori italiani, in particolare di quelli che sono impegnati nel settore manifatturiero, è troppo basso, anzi tra quelli più bassi dell'Unione europea, fatti salvi i Paesi dell'Est, ecco che proprio in provincia di Pordenone, quella che è l'area più forte del settore per la meccanica e i manufatti, arrivano almeno due segnali che vanno a colpire proprio il salario dei lavoratori.
LA SITUAZIONE
Le due aziende in cui si sta cercando aprire la strada sono la Nidek, la fabbrica che produce motori per lavatrici e da tempo sta accusando problemi e la Savio dove la questione è già andata avanti.
I NUOVI ASSUNTI
I primi a restare a bocca asciutta, da qualche anno a questa parte, sono i nuovi assunti che, salvo qualche raro caso, accedono in fabbrica senza che in busta venga riconosciuto tutto il pregresso degli accordi aziendali. Stipendi più bassi, dunque, e anche meno diritti acquisti. Da un po' di tempo, però, vengono messi in discussione i contratti pregressi anche ai vecchi lavoratori, quelli che di fatto li hanno sempre avuti.
LA NIDEC
Ë uno degli esempi in provincia. Il 6 novembre il sindacato avrà un nuovo faccia a faccia con il vertice aziendale. Sul tavolo c'è la richiesta sindacale di riportare in azienda alcune lavorazioni che da tempo sono stata appaltate all'esterno. In questa maniera si tutelerebbe il posto di lavoro a un numero maggiore di dipendenti. L'azienda, però - spiega il sindacato - ha sospeso l'erogazione dei soldi in busta paga che erano stati guadagnati dagli operai e dagli impiegati nel corso degli anno con la contrattazione aziendale. E non è poca cosa, visto che complessivamente (i contratti in discussione sono almeno tre, compresi alcuni premi) si tratta più o meno di 3 mila euro l'anno. Il 6 novembre potrebbe esserci appunto l'incontro definitivo (sono già state fatte diverse agitazioni in fabbrica) e quindi resta da capire come andrà a finire. Il sindacato si è detto contrario anche al fatto che il risultato della contrattazione locale pregressa venga negato pure ai nuovi assunti, compresi quelli che opereranno con eventuali contratti a termine.
LA SAVIO
È un altro dei fronti aperti. Dopo lo sciopero, uno o due incontri interlocutori, ora dovrebbe esserci quello definitivo, almeno così si aspettano le organizzazioni sindacali, ma da parte dell'azienda non c'è stata ancora una data per la convocazione. Anche alla Savio la richiesta è di congelare gli accordi economici raggiunti in passato, anche in questo caso una parte comunque sostanziosa dello stipendio.
IL SINDACATO
Si tratta, dunque, di battaglie decisamente dure. «È vero - spiega Stefania Chiarotto, segretaria provinciale della Fiom Cgil - perchè oltre alla vertenza specifica potrebbe aprirsi una situazione generalizzata che sarebbe veramente pericolosa in un momento in cui l'inflazione e il costo della vita mettono in crisi diverse famiglie di lavoratori». Va con i piedi di piombo Gianni Piccinin, segretario Fim Cisl. « Sono due vertenze veramente importanti e credo che sia grave quanto è accaduto in quelle due aziende . Non ho però elementi in questo momento - conclude - per affermare che si tratti di iniziative che potrebbero estendersi anche ad altre imprese della regione con le stesse modalità. Ad ogni modo c'è la necessità di monitorare attentamente».