PADOVA - Se da un lato l’approvazione del bilancio è stata una sorta di plebiscito (oltre 120 voti validi e consuntivo passato con 7 astenuti e 3 contrari), l’assemblea in cui ieri mattina l’Ordine dei medici di Padova ha visto più di una scintilla in apertura, testimone indiretta delle tante tensioni legate al nome di chi siede sullo scranno più importante dell’organo di categoria.
LA LITE
La miccia si è innescata ieri mattina prima che l’assemblea dei camici bianchi venisse dichiarata aperta. Un medico iscritto all’Ordine ha chiesto la parola che Crisarà gli ha concesso: è stato in quel momento che il dottore (il quale non ricopre cariche interne) ha chiesto a gran voce le dimissioni del presidente dal proprio ruolo, spiegando come fosse per lui impossibile reggere l’organo di autotutela dei medici nel bel mezzo di una tempesta giudiziaria. Per il dottore era anche una questione di buon nome dello stesso Ordine. L’endorsement dell’iscritto ha scatenato la reazione di un consigliere dell’Ordine, che ha difeso Crisarà. Ne è nata una lite furibonda, sono volate parole grosse fin quando il medico contestatore - sostenuto da altri colleghi nella sua richiesta - ha abbandonato la sala della riunione, un po’ perché aveva detto lui stesso che se ne sarebbe andato prima, un po’ perché era stato accompagnato all’uscita. Tutto, comunque, è stato messo a verbale. «C’è stato un forte battibecco - conferma il segretario dell’Ordine dei medici di Padova, il dottor Giacomo Sarzo - Il collega che ha protestato ha voluto parlare senza rispettare l’ordine del giorno, cosa che viene fatta sempre: le considerazioni si fanno in chiusura di dibattito, una volta che si è affrontata la ragione della seduta. Il presidente lo ha lasciato parlare ed è successo quello che è successo. Tutto poi è rientrato nella norma».
IL CLIMA
La lite di ieri mattina è però la cartina di tornasole di una tensione latente tra i medici di Padova, esplosa a fine febbraio quando, durante l’assemblea della Fimmg locale, i nuovi vertici del sindacato avevano comunicato agli iscritti le accuse di spese fatte da Crisarà con i soldi della Fimmg stessa. I malumori avevano poi portato settimana scorsi due consiglieri dell’Ordine dei medici, entrambi in quota Fimmg, a rassegnare le dimissioni dalla propria carica in disaccordo con la scelta di Crisarà di rimanere presidente. In pratica, lo stesso motivo del contendere della lite di ieri.
L’INCHIESTA
Crisarà è stato iscritto nel registro degli indagati dopo che alcune settimane fa il nuovo direttivo del sindacato padovano della Fimmg aveva denunciato anche in procura - non solo ai Probi viri e alla sezione nazionale del sindacato dei medici di base - come qualcosa non tornasse nel rendiconto del 2022. Facendo il setaccio ai conti della Federazione, erano emerse alcune spese poco chiare che l’ex segretario aveva catalogato con semplici pezze giustificative, o nemmeno quelle. Chiamato a rispondere su cosa fossero quelle uscite dai conti della Fimmg e della Continuità assistenziale davanti ai propri colleghi e al nuovo direttivo, Crisarà aveva ammesso che alcune spese non erano giustificabili: acquisti su Amazon Prime, bonifici dal conto della Fimmg a quello privato di Crisarà con causale “rimborso spese” o prelievi da sportelli Atm senza alcun giustificativo. Le operazioni sarebbero state eseguite su due conti correnti del sindacato, ove confluiscono tutte le quote associative.