PADOVA - Il ristorante “7 Teste” abbassa le serrande e chiude dopo 22 anni di attività. Domenica sera il cuoco Manuel Baraldo, e la compagna Moira Benvegnù hanno accolto per l’ultima volta i clienti nel locale che da 9 anni gestivano in via Pelosa a Caselle di Selvazzano.
I gestori
«Vi ringraziamo per questi anni insieme, prima a Padova e poi qui a Caselle di Selvazzano – è il messaggio che Baraldo ha voluto lasciare ai suoi affezionati clienti - Non siete stati solo clienti, ma pian piano siete diventati amici, aiutanti, tifosi e in alcuni casi veri e propri pezzi di famiglia. La famiglia allargata del “7 Teste” quindi, tira giù la serrande, con la gratitudine nel cuore, la consapevolezza di averci provato anche in questi tempi difficili e tanta voglia di nuove avventure». La loro storia nasce nel 2000 nel mondo della ristorazione padovana dando vita alla nota trattoria in via Cesare Battisti, in centro a Padova. Un locale diventato presto un punto di riferimento per l’apprezzato menù e per la cordialità dei suoi gestori. Nel 2013 il trasferimento a Selvazzano dove a pesare sulla decisione furono gli affitti troppo alti in città. Ma Manuel e Moira non si sono persi d’animo, si sono rimboccati le maniche e hanno dato nuovo impulso alla loro attività di ristorazione distinguendosi ancora una volta per la particolare attenzione riservata alle pizze, con un nuovo concetto. La passione di Baraldo per i lievitati e le pizze l’ha portato ad eccellere a livello nazionale come miglior pizzaiolo gourmet. Poi è arrivato il Covid, il lockdown e oggi il caro bollette.
La compagna
«Non è stata una decisione facile e neppure presa a cuor leggero - racconta Moira Benvegnù -, ci abbiamo provato, volevamo arrivare fino alla fine dell’anno per vedere se le cose sarebbero cambiate, ma entrambi abbiamo avuto un’opportunità lavorativa in due alberghi di Abano Terme e abbiamo preso questa decisione sofferta. Io sono in sala nel mio nuovo lavoro, mentre Manuel è cuoco nel suo lavoro. Certo siamo rimasti nell’ambito della ristorazione, ma da una prospettiva ben diversa da come l’abbiamo voluta e creata. Dispiace molto aver dovuto chiudere il locale, ma era impossibile andare avanti così». «La pandemia ci ha messi a dura prova - ha detto ancora Moira – abbiamo cercato di affrontare quel momento come meglio potevamo, ma questa nuova difficoltà dovuta all’aumento delle bollette non ci voleva proprio. E davanti ad una opportunità di lavoro la decisione è arrivata, anche se sofferta». Un addio che in molti sperano possa essere solo un arrivederci, augurandosi che nei progetti delle coppia possa esserci, presto, un nuovo inizio da imprenditori della ristorazione.