Telemedicina, arriva il super kit salva vita: prima tranche di strumenti per 200mila euro

Sabato 2 Marzo 2024 di Daniela De Donà
Il primario di Geritaria, Conati, prova il kit salva vita

ALPAGO - Un passo avanti «in modalità spinta», come dice il Commissario Dal Ben, nella medicina di prossimità dedicata a persone fragili e anziani con problematiche croniche ormai in continuo aumento.

In Alpago parte ora una sperimentazione. Con decisa intenzione dell'Ulss 1 Dolomiti di esportarla sull'intero territorio grazie a 80 kit: un corredo di strumentazioni - nello specifico 4 elettrocardiografi, 4 sonde ecografiche senza fili, 4 spirometri portatili, 4 impedenziometri, del costo di 200mila euro - che servono per misurare i parametri vitali. Arriveranno tra poco ed entro l'autunno, dopo una due giorni di “formazione” per chi dovrà poi utilizzarli, verranno destinati tutta la provincia, rivolti a persone che stanno a casa propria o a strutture che ospitano anziani. 


L’IDEA
Scopo di fondo del progetto è «gestire la patologia nel luogo di residenza» come sintetizza Dal Ben. Ma anche ridurre, con il controllo continuo, le terapie. E pure gli ingressi al pronto soccorso. Concetto sostenuto dal primario di Geriatria all'ospedale San Martino, Gianfranco Conati (con un passato di difensore nella squadra di calcio del Chievo, ndr): «Oggi si somministrano ad un anziano tra i 10 e i 12 farmaci; nel nostro reparto abbiamo 200 ricoveri all'anno collegabili agli effetti di un uso eccessivo di farmaci o alle loro interazioni». A spiegare in cosa consista questo kit di dispositivi è Laura Chieia, ingegnera clinica dell'Ulss 1 Dolomiti: tutto parte da un tablet che trasmette dati del paziente al reparto di Geriatria (nel rispetto della privacy e con in mano il permesso dei parenti): gli strumenti misurano pressione arteriosa, saturazione di ossigeno, frequenza respiratoria, temperatura corporea, peso, e fanno l' elettrocardiogramma. E indicano con segnale rosso (alert) quando qualcosa non va nella rilevazione che viene inviata ai medici (nella Obi geriatrica precisamente). Grazie al personale delle Rsa, o di chi segue una persona malata a casa, il sistema può passare al medico ulteriori indicazioni che riguardano, per esempio, gonfiore alle caviglie o tosse. Con la possibilità, pure, di inviare foto di piaghe da decubito o un video di episodi confusionali notturni. 


IL PERCORSO
Il percorso parte, dunque, dal paziente in Rsa che, nel caso con la telemedicina si evidenzi una gestione non soddisfacente, nel giro di 48 ore viene portato direttamente in ospedale, in osservazione breve intensiva (Obi) senza necessità di passare per il Pronto Soccorso (altro obiettivo, secondario, dell'operazione telemedicina è diminuire gli accessi in Pronto Soccorso). Dopo le dimissioni si passa al controllo normale con teleconsulto. L'avvio della progettualità sta in una delibera datata 21 dicembre 2023 quando la direttrice delle risorse umane, Rosanna Zatta, ha affidato a Gianfranco Conati l'incarico di promuovere e gestire le politiche sanitarie e sociosanitarie per gli anziani, in modo omogeneo su tutto il territorio aziendale. «Conati si è preso l'impegno di lavorare sulla telemedicina, sviluppando il progetto che mira a raggiungere gli anziani dove abitano» spiega ancora Dal Ben. Fa eco il primario: «Sono a Belluno dal 2001. Ho accettato con entusiasmo, mettendoci qualche idea, anche perchè mi sento in debito con la gente bellunese che mi ha dato tanto». Va precisato che l'acquisto di questi dispositivi («a ciclo chiuso») destinati al Servizio di assistenza domiciliare, è in arrivo grazie ai fondi del Pnrr. Ieri a dare dimostrazione è stato lo stesso primario.
 

Ultimo aggiornamento: 15:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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