Sanità, nuovi ambulatori ad Agordo e Pieve. Strutture in provincia per evitare viaggi fino a Belluno

Domenica 19 Novembre 2023 di Daniela De Donà
Sanità, nuovi ambulatori ad Agordo e Pieve. Strutture in provincia per evitare viaggi fino a Belluno

BELLUNO - Anche il reparto di Urologia si mette in scia all’obiettivo: portare i servizi sanitari il più vicino possibile alle persone. A breve gli ospedali di Agordo e Pieve di Cadore offriranno trattamenti chirurgici per l’incontinenza urinaria maschile e femminile (quella spesso collegata a un prolasso).

Ed è ai blocchi di partenza, sempre con destinazione Pieve di Cadore e Agordo, un’attività ambulatoriale per le cistoscopie. Non sarà più necessario venire a Belluno. Altra novità: per volontà del primario Marcello Repele (nominato a gennaio 2023), è stata introdotta la consulenza psicologica (con Francesca De Biasi) per pazienti che hanno subito interventi demolitivi che cambiano la vita nel quotidiano. 


IL PROGRESSO
Un buon passo in avanti, quindi, per Urologia, come affermato, ieri, dal direttore generale Giuseppe Dal Ben: «Dopo un periodo un po’ altalenante il reparto dell’ospedale San Martino è tornato a livelli ottimali. È questo un frutto anche della collaborazione, a proposito di tecniche urologiche, che stiamo instaurando con l’azienda sanitaria di Padova». Un legame a tutto tondo che ha fatto sì che della squadra di Marcello Repele (Ziad El Asmar ed Elona Toska) facciano parte due specializzandi: Francesco Mangiacavallo ed Emma Segalla: «È un’équipe ridotta all’osso, proprio per questo i risultati sono incredibili». «È un osso polposo, però», fa eco Dal Ben. Ieri Repele ha messo nero su bianco i dati dell’attività nei primi nove mesi dell’anno. A cominciare dall’utilizzo della chirurgia laparoscopica (reintrodotta dopo 25 anni a Belluno). Non un caso, visto che Repele ne è esperto: vicentino di nascita, padovano per formazione professionale, si è occupato di chirurgia urologica mini invasiva e della chirurgia endoscopica e videolaparoscopica renale e robot-assistita prostatica. 


LE CIFRE
«Da noi arrivano, nei due distretti, circa 200 pazienti, di cui 50 hanno diagnosi di neoplasia prostatica» precisa il primario. Numeri in linea con il resto del Veneto, così come per la neoplasia al rene. Attenzione a proposito della neoplasia alla vescica su cui il primario lancia l’appello: «Vi è la sensazione che si arrivi alla visita in ospedale con la malattia già avanzata»” A tal proposito Giuseppe Dal Ben sottolinea «l’importanza della prevenzione e della sorveglianza attiva, visto che basta un esame del sangue». Il consiglio degli specialisti è di sottoporsi volontariamente allo screening della prostata.


L’OBIETTIVO 
La squadra di Urologia punta a “restituire” alla società un paziente in tempi brevi: «Dopo tre giorni, con mini incisioni a livello addominale, la persone è in piedi e dopo una settimana è già performante» afferma il primario, che ricorda come l’attività chirurgica, da gennaio, sia stata implementata, con una seduta in più. Altro dato: le prestazioni ambulatoriali segnano un + 8% rispetto al 2022 e ammontano – sempre da gennaio a settembre 2023 – a 7400. Alcuni numeri che mostrano l’operato: 1182 prime visite, 2913 visite di controllo, 114 chirurgie ambulatoriali, 207 citoscopie ambulatoriali, 136 biopsie prostatiche, 75 interventi di urodinamica, circa 500 instillazioni endovescicali e infiltrazioni. I ricoveri ordinari e week surgery sono stati 315, 40 in day hospital. Novità per il trattamento dei piccoli tumori renali su persone a rischio medio-alto. Per questa, come per altre situazioni, Repele sottolinea le collaborazione «con il collega di Feltre, Bertoldin, e di Radiologia a Belluno, Balestriero». 

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