Ebola, tremila casi in Congo: duemila i morti

Venerdì 30 Agosto 2019
Un centro di cura dell'Ebola in Congo

All'inizio sembrava destinata ad esaurirsi subito, come era già accaduto per altri focolai di questa malattia, e invece l'epidemia di Ebola in Congo continua a fare vittime dopo oltre un anno. In questi giorni sta toccando quota 3mila casi e 2mila morti, segnala l'Oms, che insieme ad altre organizzazioni ha chiesto una mobilitazione internazionale.

Secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione, aggiornati al 27 agosto, i casi sono 2997, con 1998 morti e 893 persone guarite. Nelle ultime ore si è alzato l'allarme in Uganda, dopo che una bambina di nove anni è stata trovata positiva al virus da un posto di controllo alla frontiera con il Congo. La bambina, riporta un tweet del ministro della Salute ugandese Jane Ruth Aceng, è ora ricoverata in Uganda ma sta per essere riportata in un centro di trattamento nel proprio paese natale. «Il nostro impegno con la popolazione della Repubblica Democratica del Congo - scrive Ghebreyesus - è di lavorare insieme per fermare l'epidemia di Ebola. Questo vuol dire anche rafforzare il sistema sanitario». In corso nel paese, ricorda l'Oms, ci sono anche epidemie di morbillo, colera e malaria con decine di migliaia di morti. «Lottiamo per un approccio molto più organico - afferma il direttore generale dell'Oms -, e chiediamo alle Ong e ai partner dell'Onu di continuare ad accelerare tutte le attività».

L'epidemia è destinata a durare ancora molto, ha affermato Save the Children. «Questo è stato un focolaio particolarmente letale, con un tasso di mortalità del 67%, molto più alto del tasso medio di mortalità per l' ebola (55%) - spiega la responsabile per il Congo Heather Kerr - Il focolaio inoltre non è sotto controllo. Esiste un rischio reale che l'epidemia continui per almeno un altro anno, con la possibilità di un impatto a livello regionale». Tra i più colpiti, ricorda l'Unicef, ci sono i bambini.

«Quasi 600 bambini hanno perso la vita a causa dell'epidemia di Ebola nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) su quasi 850 che hanno contratto il virus mortale dall'inizio dell'epidemia nell'agosto 2018 - afferma Edouard Beigbeder, Rappresentante Unicef nella Repubblica Democratica del Congo -.

Sappiamo che un numero maggiore di bambini, in proporzione, è stato colpito rispetto a qualsiasi altro focolaio di Ebola - aggiunge l'esperto -, e l' Ebola devasta i bambini in modi molto diversi dagli adulti. Ciò che facciamo per curarli e prenderci cura di loro deve rispondere alle loro esigenze uniche - fisiche, psicologiche e sociali. Per questo l'Unicef sta lavorando con i partner, per soddisfare i bisogni immediati e a lungo termine dei bambini, accompagnando loro e le loro famiglie in ogni fase del percorso. La realtà - conclude - è che ora abbiamo bisogno di molto più sostegno internazionale. L'Unicef ha bisogno di 126 milioni di dollari per soddisfare i bisogni dei bambini e delle comunità, immediatamente e nel medio termine. Ad oggi ha finanziamenti solo per il 31% dell'appello».

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