Malattie dei reni per 2 milioni di italiani, ma sono trascurate: il 14 marzo Giornata mondiale

Sabato 9 Marzo 2019
Malattie dei reni per 2 milioni di italiani, ma sono trascurate: il 14 marzo Giornata mondiale
Oltre 850 milioni di persone nel mondo, più di due milioni solo in Italia, soffrono di una malattia renale cronica, una condizione che se non controllata porta alla dialisi e al trapianto e che fa 2,4 milioni di morti l'anno.
Lo ricordano gli organizzatori del World Kidney Day, la giornata di sensibilizzazione che si celebra il 14 marzo.  
«La diagnosi precoce, la prevenzione e il controllo della progressione sono opzioni sostenibili per ridurre le conseguenze e i costi delle malattie dei reni per gli individui e i paesi - scrivono nella presentazione della giornata gli organizzatori, la International Nephrology Society e la International Federation of kidney Foundations -. Eppure esistono ancora barriere ad una cura accessibile e di qualità».

Il problema, sottolinea Roberto Palumbo, direttore dell'unità di nefrologia dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma, riguarda anche l'Italia, dove troppo spesso si arriva tardi dallo specialista che può 'salvare' il rene.
«ll rene è un organo poco conosciuto e raccontato - afferma Palumbo -. In Italia la malattia renale cronica colpisce un numero enorme di persone, si stima intorno a 2,2 milioni, ma di questi il 60% non sa di averla, mentre il 40% dei pazienti arriva troppo tardi dal nefrologo. Questo ha ricadute tragiche cliniche, sociali ma anche economiche, se si pensa che la malattia costa l'1-1,2% del Pil nazionale». «Per difendere i propri reni l'arma da usare è la prevenzione, spiega l'esperto. "Un esame delle urine ogni due anni dovrebbe essere la routine - insiste Palumbo - per intercettare i primi segni di una possibile malattia. ci sono poi delle categorie a rischio che vanno seguite, chi ha la pressione alta, malattie metaboliche, stili di vita sbagliati con sovrappeso o obesità, o chi ha malattie cardiovascolari. Sarebbe importante che tutte le regioni avessero dei piani per la prevenzione, ma solo poche li hanno adottati».   
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