Colite ulcerosa e la malattia di Crohn, online campagna di sensibilizzazione: i pazienti raccontano

Domenica 26 Maggio 2019
Colite ulcerosa e la malattia di Crohn, online campagna di sensibilizzazione: i pazienti raccontano
Avere una MICI malattia infiammatoria cronica intestinale non è la fine ma è l’inizio di una storia che, se condivisa con gli altri, i propri cari e soprattutto con il proprio medico, passo dopo passo, attraverso una corretta gestione della malattia, consente di superare tutti gli ostacoli e raggiungere i propri obiettivi di vita. Racconta di conquiste e vittorie personali la campagna di sensibilizzazione “Se MICI Metto”, promossa da MSD con il patrocinio di AMICI Onlus e IG-IBD, Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease, che ora approda anche sul web con il sito www.semicimetto.it. Lo scopo: diffondere i messaggi utili e positivi della campagna sul web e sui social.

«Se MICI Metto nasce dall’esperienza di una giovane paziente che ha la capacità artistica di raccontare il vissuto e le emozioni dei pazienti affetti da MICI attraverso lo scatto fotografico», dichiara Enrica Previtali, Presidente di AMICI Onlus. «Sicuramente la fotografia ha saputo rappresentare e trasmettere il sentimento che caratterizza le persone con MICI, in cui progetti di vita e obiettivi vengono frenati dalla patologia. Ma il vero messaggio del progetto è quello di “osare” e non lasciarsi condizionare.

Queste malattie sono complesse, a componente infiammatoria e andamento recidivante.
Interessano l’intestino; due le forme principali: la colite ulcerosa e la malattia di Crohn (MC). Tipiche delle età giovanili  (il picco più importante si concentra tra i 15 e i 35 anni) affliggono in Italia circa 200.000 persone nel pieno della loro vita produttiva e affettiva. «Spesso compaiono in età giovanile, sono ‘invisibili’ agli altri ma hanno un impatto fortissimo sulla qualità di vita delle persone colpite. Sono ancora molti i bisogni clinici non soddisfatti dei pazienti con MICI. Penso, ad esempio, alla necessità di una diagnosi precoce e a una rete assistenziale che connetta gli specialisti agli operatori del territorio», sottolinea Alessandro Armuzzi, Segretario Generale di IG-IBD. 


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci