San Valentino, allarme infettivologi: «Crescono tra i giovani le infezioni sessuali. Ecco perché»

Mercoledì 13 Febbraio 2019
«Fate l’amore…con protezione!». Non è il claim rivisitato di uno storico spot pubblicitario, ma l’appello che l’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (WAidid) lancia in occasione della Festa degli Innamorati con l’obiettivo di sottolineare l’importanza del sesso sicuro (e non solo a San Valentino!), unico modo per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili.  Dal Papilloma virus (HPV) all’HIV, dall’ herpes genitale (HSV) alla candida, fino alla sifilide.

Queste sono solo alcune delle  malattie sessualmente trasmissibili in costante aumento, soprattutto tra i giovani.
Circa 340 i milioni di casi nel mondo, di cui oltre 110 milioni tra i ragazzi al di sotto dei 25 anni. Si stima, infatti, che ogni anno 1 adolescente su 20 contragga una malattia a trasmissione sessuale. Numeri che tendono a salire vertiginosamente quando si parla di Hiv: oltre il 50% delle nuove infezioni colpisce ogni anno giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Attorno ai 20 anni, inoltre, la maggiore prevalenza di infezioni da Papilloma virus:
«La conoscenza tra i giovani in tema di infezioni e malattie a trasmissione sessuale è ancora troppo superficiale – dichiara Susanna Esposito, presidente Waidid e ordinario di Pediatria all’Università  di Perugia-. Sono pochi, per non dire pochissimi, i giovani che conoscono queste malattie, le modalità di contagio e lo specialista cui rivolgersi. Molti non sono informati, ad esempio, sulla possibilità di contrarre alcune infezioni sessuali anche attraverso rapporti sessuali non completi. Basti pensare alle infezioni da Papilloma virus  per cui l’unica potente arma per proteggere i nostri ragazzi, femmine e maschi, è la vaccinazione, una vera e propria recente conquista della ricerca scientifica. Il 20% degli adolescenti confonde contraccezione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse».

L’infezione da Papilloma viruspuò essere transitoria, cioè può durare qualche mese, o persistente, prolungandosi per anni. L’Hpv è condizione necessaria perché si sviluppi il tumore dell’utero e rappresenta il principale fattore di rischio per il tumore ai genitali maschili, con 1 caso su 3. Ad associarsi all’Hpv, sia nella donna sia nell’uomo, altre neoplasie: dall’88% al 94% dei tumori dell’ano, circa il 26% dei tumori della bocca e della laringe, il 30%-50% dei tumori non melanoma della cute. Per questa ragione, nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 e nei nuovi livelli essenziali di assistenza, la vaccinazione gratuita nel corso del 12esimo anno di età è stata estesa anche ai maschi. Nel 2017 le persone di sesso maschile che hanno ricevuto una diagnosi rappresentano oltre il 76% dei casi.

La maggioranza di questi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’84,3% dei casi.  
«Importante è sottolineare come questa infezione possa essere prevenuta grazie all’educazione e all’adozione di comportamenti che possono contrastare il rischio di contagio – aggiunge Susanna Esposito-. Oggi in Italia l’Hiv viene trasmesso soprattutto attraverso rapporti sessuali non protetti e il numero di giovani che contraggono l'infezione è in crescita, soprattutto tra le ragazze, anche a causa dell'assenza di campagne informative adeguate. Infine, per sfatare pregiudizi, è bene ricordare che il contagio non può avvenire attraverso pratiche quotidiane come stringersi le mani, baciarsi, abbracciarsi o fare un tuffo in piscina». 
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