«Il 2 giugno a Roma siamo mobilitati per la Costituzione, per l'Europa federale, contro il premierato e l'autonomia differenziata». Elly Schlein lancia (ancora) la sfida alla premier Giorgia Meloni.
Meloni sul premierato: «La riforma è un rischio, ma io non indietreggio»
Il duello
Ma poi continua la sfida a distanza con Giorgia Meloni anche quando il tema è il futuro dell’Unione Europea, dove «abbiamo bisogno di peso politico e visione». Mentre «dall'altra parte riducono il programma elettorale a un nome», afferma ricordando la scelta di Meloni di dare la possibilità agli elettori di scrivere sulla scheda elettorale solo «Giorgia» e presentarsi così sui manifesti elettorali.
Dopo le riforme istituzionali, è il turno di scuola e sanità: «Hanno scelto di smantellare la scuola pubblica, che è per noi un ascensore sociale». Schlein chiede una riforma per la cittadinanza, «perché il 70 per cento degli alunni stranieri nasce in Italia» e investimenti per moltiplicare gli asili nido.
Poi aggiunge: «Giorgia Meloni non mi ha mai risposto sulla proposta di congedo parentale di cinque mesi per entrambi i genitori. Lo hanno fatto in Spagna, lo stanno facendo in Francia». Nel suo discorso, Schlein rilancia ancora una volta la proposta di una battaglia comune con le opposizioni sul tema della sanità e si spinge oltre, proponendo a livello europeo «un’agenzia comune per vaccini e farmaci salvavita, per sottrarli alla logica del profitto». E ancora, chiede una «legge sui caregiver» e «più soldi per la salute mentale: me lo chiedono ragazzi e universitari». Fino a dire che «l’unica cosa che hanno fatto al governo per la sanità è stato fare entrare gli obiettori nei consultori».
Il salario minimo
Mentre l’altro tema di scontro con il governo (e di passate convergenze con le opposizioni) è quello del salario minimo: «Sotto i 9 euro è sfruttamento», scandisce dal palco del Monk, prima di parlare della proposta nata dai giovani dem e appoggiata dalla segreteria: «Dobbiamo abolire gli stage gratuiti perché non ci paghi l’affitto e non costruisci un futuro. E in Europa «grazie ai socialisti» sono state avanzate proposte in questo senso su entrambi questi fronti. E, ancora, il passaggio sull’ambiente, evitando contrapposizioni con il mondo delle imprese: «Tornare indietro sul Green deal non ci negherà l’emergenza climatica ma sono state premiate le aziende che hanno saputo adattarsi alle nuove necessità», mentre gli «agricoltori (tra i più attivi nelle proteste, ndr) sono le prime vittime del cambiamento climatico».
Infine, accanto all’allora ministro dell’Economia (e oggi sindaco di Roma) Roberto Gualtieri, Schlein attacca ancora la destra citando il percorso che portò durante la pandemia al Next Generation Eu, provvedimento sul quale all’epoca «loro si erano astenuti». Mentre oggi al contrario rimane il fatto che è difficile costruire un’Europa più forte «se il bilancio comune ammonta appena all’un per cento del Pil europeo».