Nell’aula del tribunale, durante il processo per direttissima, ha provato a “smarcarsi” dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio. «Quella droga era per uso personale» ha detto, ma l’arresto è stato convalidato e per questa ragazza italiana di 21 anni è stato disposto l’obbligo di firma.
LE INDAGINI
La confezione che la polizia ha trovato a casa della donna, una delle tante, era quasi perfettamente analoga a quella del Kinder, la barretta di cioccolato ai cereali che tutti noi abbiamo mangiato, e continuiamo a mangiare, fin da bambini. Le indagini sono comunque ancora in corso per risalire il canale dell’approvvigionamento. Un particolare che è emerso riguarda la modalità di vendita che avviene sui social con lo spaccio concordato e la seguente cessione a domicilio.
Ovvero, l’acquirente decide il quanto e lo va a prendere direttamente a casa del pusher di turno. Poi il particolare “packaging” che pure viene reclamato sui social attrae sempre di più fasce giovanili. L’ultimo arresto è avvenuto a seguito di un appostamento nella zona di via Andersen nelle finte barrette di cioccolato ai cereali la polizia ha recuperato in tutto circa 200 grammi di hashish.