Aspettativa di vita in calo ora al Sud si muore prima

Martedì 11 Aprile 2017 di Carla Massi
Aspettativa di vita in calo ora al Sud si muore prima
Era un vanto dell'Italia e degli italiani quello di essere tra i paesi europei più longevi. Un primato che ha portato le donne ad avere un'età media di 84,6 anni e gli uomini a 80,1. Mentre, nel resto d'Europa, lei si aggira sugli 81 e lui sui 77. Siamo stati presi d'esempio per l'assistenza e l'alimentazione. Veri alleati di lungavita. Ma, improvvisamente, nel 2015, inversione di rotta. La curva ha cominciato a scendere (0,2 lui e 0,4 lei). Come dimostra il Rapporto Osservasalute 2016.

IL DISAGIO
Un calo che gli epidemiologi, come hanno iniziato a studiare il fenomeno, non si aspettavano così rapido e così netto. La distanza della durata media della vita delle donne e degli uomini si sta sempre più riducendo. Pur restando a favore delle donne. Certo è che negli ultimi semestri è stata notata, come ha segnalato l'Istat, un piccola ripresa. Ma, purtroppo, lo stato di salute generalizzato della popolazione over 70 è preoccupante per motivi di disagio economico.

Le cause di questo cambiamento si stanno ancora cercando e analizzando. Ma basta incrociare alcuni dati come l'età media in alcune regioni e le malattie più diffuse in tutto il Paese, per capire che le criticità sono lì.

IL PARTO
«Lo stato generale di salute e l'assistenza al Nord cominciano ad essere sempre più lontane da quelle del Sud - denuncia Walter Ricciardi presidente dell'Istituto superiore di sanità che ha presentato il Rapporto - Un cittadino che nasce al Sud ha oggi un'aspettativa di vita di circa tre-quattro anni inferiore a quella del suo coetaneo che nasce al Nord». Fino a non troppo tempo fa, proprio per lo stile di vita e il cibo che veniva portato in tavola, i più anziani vivevano nelle regioni meridionali. A questi nonni i medici di tutto il mondo chiedevano quale fosse il loro segreto, gli ingredienti che non mancavano mai nel piatto. Non a caso un ricercatore americano come Ancel Keys, epidemiologo e studioso di malattie cardiovascolari si stabilì per quasi quaranta anni nel Cilento analizzando accuratamente l'alimentazione della popolazione locale e giungendo alla conclusione che la dieta mediterranea apportava benefici alla salute.

«Il Meridione - insiste Ricciardi - ha di molto indietreggiato, perdendo gran parte dei vantaggi guadagnati dal dopoguerra. Oggi nascere in un ospedale in Tunisia è, per vari aspetti, meglio che nascere in certe regioni del Sud. E questo non è accettabile».

Altro dato importante che emerge da Osservasalute è l'aumento delle malattie croniche che ormai riguardano il 40% della popolazione. L'esordio è intorno ai 50 anni, parliamo di diabete come di ipertensione, contro i 57 di qualche anno fa. Questo, nel quotidiano, vuol dire che il paziente deve stare in cura per molti più anni.

L'ASSISTENZA
«Oggi ci sono due Italie per la qualità dell'assistenza - conferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - Una è al top nel mondo e l'altra, purtroppo, è in crisi. Riportare l'Italia in crisi a livelli più alti è fattibile a patto di lavorare sulla prevenzione e la programmazione. La nostra battaglia primaria è la lotta all'obesità. L'altra è quella contro le infezioni. Dobbiamo, inoltre, attuare un piano nazionale contro le malattie croniche».

L'ANSIA
L'eccesso di peso, dunque, al primo posto. Colpevole di malattie per i piccoli e per gli adulti. Circa un terzo della popolazione oltre i 18 anni ha chili di troppo, mentre poco più di una persona su dieci è obesa. Situazione che, al Sud, sta diventando quasi un'epidemia. I bambini e gli adolescenti tra i 6 e i 17 anni in sovrappeso sono il 24,9%. Un dato come campanello d'allarme: diminuiscono coloro che non bevono alcol. Era il 34,8%nel 2014 è diventata il 35,6% l'anno dopo.

Un fenomeno che marcia parallelamente all'impennata del consumo di antidepressivi. Attribuibile, secondo gli epidemiologi, a diversi fattori: dall'arricchimento della classe farmacologica di nuovi principi attivi utilizzati anche per il controllo di disturbi psichiatrici non strettamente depressivi (come i problemi d'ansia) e «la riduzione della stigmatizzazione delle problematiche depressive».
Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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