Bonus mamme con 2 figli, in busta paga più di 140 euro al mese da subito. Aumenti agli statali (fino a 190 euro)

A concedere l'aumento sarà lo Stato, che si farà carico dei contributi previdenziali che le mamme versano all'Inps ogni mese e che, dunque, finiranno per aumentare il netto mensile. Di quanto? Fino ad un massimo di 3 mila euro lordi l'anno

Sabato 23 Dicembre 2023 di Andrea Bassi
Bonus mamme con 2 figli, in busta paga più di 140 euro al mese da subito. Aumenti agli statali (fino a 190 euro)

Già dal prossimo mese di gennaio, nelle loro buste paga, le mamme lavoratrici che hanno almeno due figli minori di 18 anni, guadagneranno un di più. A concedere l'aumento però, non sarà il loro datore di lavoro, ma lo Stato, che si farà carico dei contributi previdenziali che le mamme versano all'Inps ogni mese e che, dunque, finiranno per aumentare il netto mensile. Di quanto? Fino ad un massimo di 3 mila euro lordi l'anno che, secondo i conteggi fatti dall'Upb, l'Ufficio parlamentare di Bilancio, fanno 1.700 euro nette. Al mese sono poco più di 140 euro. È probabilmente questa una delle misure che maggiormente caratterizza la Manovra approvata ieri con il voto di fiducia del Senato e che ora passerà alla Camera ma che non sarà più modificata.

Del taglio del cuneo contributivo del 7 per cento per i redditi fino a 25 mila euro, e del 6 per cento per quelli fino a 35 mila euro, si è parlato molto. Ma questi lavoratori, nelle loro buste paga di gennaio, non noteranno nessuna differenza, perché la decontribuzione con queste percentuali è già in vigore dal mese di maggio. Un'altra novità che potrebbe avere un impatto su diverse misure di aiuto destinate alle famiglie più a basso reddito, è l'esclusione dal prossimo anno dei Btp posseduti (fino ad un massimo di 50 mila euro) dal calcolo dell'Isee. Per diverse famiglie questo potrebbe voler dire, per esempio, un assegno unico per i figli più sostanzioso, o sconti per gli asili nido e le rette scolastiche più alti. Si tratta di una misura in linea con la strategia del governo di "spingere" i risparmiatori italiani a sottoscrivere titoli del debito pubblico, soprattutto in un periodo come questo in cui la Bce ha ridotto molto i suoi acquisti e gli investitori esteri e le banche hanno fatto lo stesso.

 

I DIPENDENTI PUBBLICI

Un'altra spinta alle retribuzioni arriverà dall'aumento di stipendio per i dipendenti pubblici. La manovra ha stanziato 5 miliardi per gli statali e 3 miliardi per il comparto della Sanità. L'aumento medio calcolato dalla Ragioneria, sarà del 5,8 per cento. Si tratta, secondo le prime simulazioni, di 180-190 euro in più in busta paga al mese. Sempre in media. Una parte di questo aumento è in pagamento in questi giorni, grazie ad una norma contenuta nel cosiddetto "decreto anticipi" che ha affiancato la manovra. L'aumento a regime ci sarà soltanto dopo che il governo, tramite l'Aran, e i sindacati del pubblico impiego, firmeranno i nuovi contratti. Le trattative partiranno già nei primissimi giorni del prossimo anno. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha firmato la direttiva madre che avvia i negoziati e l'Aran ha appena confermato i comparti che saranno chiamati al tavolo. 

LA CASA

Anche il capitolo sulla casa è corposo e si è arricchito durante il passaggio in Senato. E non tutte sono buone notizie. In 200 Comuni i cittadini saranno chiamati il 29 febbraio a pagare una rata extra di Imu. Si tratta di quei municipi che hanno alzato le aliquote fuori tempo massimo e che ora potranno battere cassa con i propri cittadini per recuperare il dovuto. Ma sul fronte della casa arrivano anche aiuti alle famiglie numerose, che potranno accedere alla garanzia pubblica per la stipula di mutui fino al 100 per cento del valore dell'immobile. Si tratta di una estensione di un aiuto oggi riservato ai giovani under 36. Per chi invece affitta case con la formula del B&B, la cedolare secca da versare allo Stato salirà dal 21% al 26%. Tranne che per la prima delle case date in locazione. 

LA PREVIDENZA

Molto corposo, e discusso, anche il capitolo pensioni. Del ricalcolo degli assegni dei medici si è parlato a lungo, lasciando un po' sullo sfondo le altre norme. Nel 2024 ci sarà la nuova Quota 103. Si potrà andare ancora in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi. Ma chi sceglierà di usare questo scivolo, si vedrà ricalcolare l'assegno totalmente con il metodo contributivo (più penalizzante, con riduzioni superiori al 20% dell'assegno). Non solo. La pensione non potrà superare un importo pari a quattro volte quello minimo. Poco più di 2.200 euro al mese. Per la prima volta poi, viene rivista anche la pensione dei giovani, ossia il sistema contributivo. Per pensionarsi a 67 anni non sarà più necessario aver raggiunto un assegno almeno pari 1,5 volte a quello minimo, basterà raggiungere l'eguaglianza con quest'ultimo. Inoltre chi vorrà anticipare il pensionamento a 64 anni con 20 di contributi (un'uscita permessa dal sistema contributivo), dovrà aver maturato una pensione almeno pari a 3 volte quella minima e l'assegno percepito non dovrà superare cinque volte il minimo.

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