Papa Francesco a mezzogiorno in punto si è affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico e all'Angelus prima ricorda la firma fatta 75 anni fa della Dichiarazione dei Diritti Umani, definendola «la via maestra da seguire», ha chiesto di «non dimenticare la martoriata Ucraina», ha di nuovo implorato Hamas di rilasciare gli oltre cento ostaggi israeliani ancora prigionieri dal 7 ottobre e, agli israeliani, ha ricordato di inviare aiuti a Gaza, evitando ai civili le sofferenze peggiori. «Si risparmino gli ospedali e i luoghi di culto».
In questo quadro internazionale denso di incognite Papa Francesco ha condiviso con i fedeli radunati a San Pietro per la tradizionale preghiera mariana della domenica la buona notizia arrivata dalla zona caucasica. L'Armenia e l'Azerbaigian hanno concordato di compiere passi verso la normalizzazione delle relazioni e per scambiare i prigionieri di guerra.
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Sui diritti umani troppo spesso calpestati non solo nei teatri di guerra Papa Bergoglio ha reso omaggio a tutte le persone che ogni giorno si impegnano «senza proclami»a difenderli, a volte «pagando anche di persona per difendere coloro che non hanno voce e non contano». Il filo della riflessione sui diritti umani lo ha portato poi a parlare della Cop28 che si sta concludendo (in modo deludente) a Dubai («pregate perchè si arrivi a buoni risultati per la difesa della nostra casa comune») e delle due crisi belliche più complesse e pericolose del momento, quella ucraina e quella mediorientale.
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«Penso alle popolazioni che soffrono a causa guerra: andiamo verso il Natale, mi chiedo se saremo capaci con l'aiuto di Dio a fare passi concreti di pace; non è facile lo sappiamo che certi conflitti hanno radici storiche profonde ma abbiamo anche la testimonianza di uomini e donne che hanno lavorato con saggezza per arrivare alla convivenza pacifica: ecco si segua il loro esempio, si cerchi di rimuovere la causa dei conflitti» ha detto Francesco.