Nel 2023, in Italia sono stati 82 i casi autoctoni di dengue, la “febbre spaccaossa”.
E 280 quelli importati da viaggiatori tornati da luoghi in cui la malattia è endemica. In tutto, sono 12 le patologie che hanno trasmissione sul nostro territorio, delle 21 che compongono il mosaico delle malattie infettive tropicali “dimenticate”, spesso causate da cambiamenti climatici, turismo e globalizzazione. Circa 5mila le persone che sono colpite da noi dove in particolare la dengue ha fatto registrare nel 2023 il record europeo per casi autoctoni. Sembrano cifre irrisorie, ma in realtà il fenomeno è sottostimato e in continua crescita, non solo a livello globale e nel resto di Europa, ma anche da noi. L’Italia è un osservato speciale, complice il cambiamento climatico che ha determinato la diffusione della zanzara tigre su tutto il territorio nazionale. A destare preoccupazione è il rischio endemico di dengue e anche di chikungunya in aumento con l’arrivo della primavera. È importante focalizzare l’attenzione su queste due patologie, in quanto nel nostro Paese è presente la zanzara vettore, che può acquisire i virus da viaggiatori infetti e trasmettere queste malattie che causano febbre, mal di testa, manifestazioni cutanee, e soprattutto fortissimi dolori osteoarticolari. Lo conferma anche un’analisi pubblicata su New Microbes and New Infections che ha evidenziato come la zanzara tigre sia uno dei principali vettori di tali patologie in Europa. Poiché nel 50-90% degli individui la dengue appare in forma asintomatica o molto lieve, molti casi passano inosservati.
*Direttore Dipartimento malattie infettive e tropicali Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) e professore di Malattie infettive all’università di Brescia