Vaccini, sfida sul decreto: «Quelli obbligatori devono diventare 13»

Martedì 4 Luglio 2017 di Carla Massi
Vaccini, sfida sul decreto: «Quelli obbligatori devono diventare 13»

ROMA L'ipotesi di ridurre le vaccinazioni obbligatorie da dodici a dieci ha portato l'Istituto superiore di sanità a proporre di aggiungere un'altra profilassi ed arrivare a 13.
Uno dei 285 emendamenti piovuti sul decreto (è in discussione alla Commissione Sanità del Senato) prevede unsorta di alleggerimento del testo. Oltre il calo del numero delle terapie di prevenzione, infatti, ci sono anche la riduzione delle sanzioni e la revisione del rischio di perdere la patria potestà per i genitori che scelgono di non vaccinare i figli. L'emendamento, proposto dalla presidente della commissione Sanità del Senato Emilia Grazia De Biasi (Pd), sarà votato oggi.

I CONSENSI
Presentato venerdì scorso il testo sembrava aver raccolto consensi in Commissione, nonostante il no già pronunciato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Che ieri, sull'ipotesi riduzione, ha chiesto un parere all'Istituto superiore di sanità. «Qualsiasi incremento della copertura vaccinale - il commento il presidente dell'Istituto Walter Ricciardi - è un successo di sanità pubblica. Abbiamo sottolineato ripetutamente che per noi le vaccinazioni che dovrebbero essere somministrate sono tredici. Andrebbe aggiunta anche l'anti-pneumococcica. In questo modo proteggeremmo tutti i cittadini ma, soprattutto i bambini, dal 95% delle meningiti».
Si tratta di prevenire l'infezione da batterio Streptococcus pneumoniae, molto diffuso nelle alte vie aeree di adulti e bambini. Ne esistono più di novanta tipi, alcuni di questi possono causare infezioni come otiti, sinusiti, polmoniti, meningiti e sepsi. I più colpiti, bambini e anziani.

Due i vaccini, secondo la proposta, che tornerebbero ad essere raccomandati ma sempre gratuiti. L'antimeningite B e C. Mentre per l'anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella l'emendamento prevede una rivalutazione dell' obbligo. Si introduce, cioè, una verifica dopo tre anni dall'entrata in vigore della legge per accertare il livello di copertura vaccinale raggiunto. Nel caso fosse ottimale si potrebbe ipotizzare di rimuovere l'obbligatorietà.

La volontà di far diventare più flessibile il decreto sull'obbligatorietà dei vaccini viene bollata come «battaglia anacronistica» dal ministro Lorenzin. «Io mi assumo le mie responsabilità - dice - i senatori si assumano le responsabilità di scegliere se vogliono un vaccino o due in meno o in più. È una scelta che va fatta secondo scienza e coscienza. Per quanto mi riguarda io la prendo solo in scienza». E ricorda di essere pronta a portare modifiche al decreto solo per quanto riguarda gli aspetti politici e non per quelli tecnici. «Su quelli, nessuna mediazione politica. Sono le autorità sanitarie quello che si può o non si può fare». Il decreto, al momento, prevede che i bambini, per potersi iscrivere a scuola (fin dal nido) debbano essere stati vaccinati con l'anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, e anti-emofilo B (esavalente) che si fanno al terzo mese di vita.

IL BOLLETTINO
La battaglia tra l'etica della scienza e l'etica della politica prosegue, dunque, mentre l'Italia continua vedere cresce il numero dei casi morbillo. Fino a due-tre anni fa quasi debellato dal nostro paese. Da gennaio salgono a 3.232le segnalazioni secondo il ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità. Due i morti. Uno lo scorso aprile, a Roma, e riguarda una bambina di 9 anni, affetta da una sindrome genetica. L'altro, pochi giorni fa a Monza, dove a perdere la vita è stato un bambino di 6 anni, malato di leucemia. Non erano vaccinati. L'aspetto che più allarma gli specialisti riguarda i neonati: 192 colpiti in sei mesi.

LE DOSI
L'età media delle persone colpite è 27 anni, l'89% non era stato vaccinato, il 7% aveva ricevuto una sola dose, il 35% ha avuto almeno una complicanza, il 40% è stato ricoverato, il 16% è andato al pronto soccorso. Le complicanze più gravi: polmonite, epatite e insufficienza respiratoria. Nel 2016 si sono contati 1.387 casi di morbillo: è il numero più alto in Europa, secondo solo al dato della Romania (2.702 infezioni) e ben superiore a quello di Germania (365), Polonia (145), Francia (126), Svizzera (105), Belgio (92) e Austria (89).

 
Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 00:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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