Tamponi nel proprio studio per un medico di base su due

Lunedì 9 Novembre 2020 di Raffaella Ianuale
Tamponi nel proprio studio per un medico di base su due

 I primi tamponi sono arrivati venerdì pomeriggio e già da oggi i medici di famiglia inizieranno a testare i propri pazienti.

Si tratta della partita di due milioni di test rapidi antigenici messi in campo dalla Protezione civile in tutta Italia e che proprio in queste ore stanno arrivando alle Aziende sanitarie del Veneto. Il cinquanta per cento dei 3.150 medici di famiglia veneti farà i test nei propri ambulatori, come è emerso dal sondaggio che la Fimmg - dopo aver firmato l'accordo nazionale il 28 ottobre e quello con la Regione Veneto due giorni dopo - ha promosso tra i propri associati per verificare quanti disponessero di spazi idonei al nuovo servizio. Per i medici che non hanno studi adeguati per fare i tamponi in sicurezza si sono già messe in campo soluzioni alternative. Ci sono dottori che si sono associati raggruppando negli ambulatori con le caratteristiche più adatte i pazienti a rischio Covid-19 e negli spazi meno sicuri sul fronte contagio tutti gli altri utenti. Ma c'è anche chi si è organizzato con un camper messo a disposizione dal Comune come capita a Vigonza nel Padovano e chi invece è ricorso a gazebo e drive-in. 

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CHI NON LI ESEGUIRÀ

Circa il dieci per cento del totale dei medici di base veneti è esentato dal fare i test a causa di gravi patologie, gravidanze, età avanzata e seri problemi familiari. La loro inattività su questo fronte sarà sostituita dalla compensazione offerta da altri colleghi.
«A Padova 270 medici su 600 stanno già eseguendo i test rapidi antigenici, questione di qualche giorno e anche tutti gli altri colleghi saranno operativi» spiega Domenico Crisarà segretario Veneto e vice-nazionale della Fimmg, che giudica inesistente il problema sollevato sulla pericolosità degli ambulatori inseriti in ambiti condominiali. «Considerato che il novanta per cento dei positivi è asintomatico - precisa - qualsiasi paziente si presenti in un ambulatorio va trattato come se fosse un potenziale portatore di contagio».

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CORNUDA "Se non ho contagiato mezzo paese, alla fine è stato solo grazie al mio senso civico". Non usa giri di parole una 65enne di Cornuda risultata positiva al coronavirus. Si, perché sostanzialmente ha fatto tutto da sola. Senza attendere il proprio medico di famiglia, che ha l'ambulatorio nella zona del Montello.


LA DOCUMENTAZIONE

Nell'arco di qualche giorno, il tempo che venga conclusa la consegna dei tamponi, dai 650 che già stanno operando in forma volontaria si arriverà a 3.000 medici che in Veneto eseguiranno i tamponi senza interrompere l'attività ordinaria. Potrà recarsi dal dottore di famiglia solo chi ha avuto contatti stretti con persone risultate poi positive e i pazienti che il medico stesso deciderà di testare. Si tratta quindi di soggetti asintomatici, mentre coloro che presentano sintomi riconducibili al virus verranno indirizzati ai Covid center o intraprendono il percorso delle Usca con il personale a domicilio.

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I medici inoltre segnaleranno i casi di positività e le quarantene, attraverso il portale della Regione, direttamente al Sisp, i Servizi di igiene e sanità pubblica che forniranno poi la comunicazione alle Prefetture. Oltre a questo faranno tracciamento all'interno del nucleo familiare.

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«Stiamo inviando ai colleghi le indicazioni sui test e sulle procedure di sanificazione - spiega Maurizio Scassola segretario veneziano della Fimmg che sta lavorando a stretto contatto con le Aziende sanitarie 3 e 4 del Veneto - i medici stanno offrendo tutta la loro disponibilità, ma vanno sostenuti, non possono abbassare la guardia in questo momento di diffusione del contagio: il 30 per cento dei pazienti che arriva in ambulatorio con banalissimi disturbi risulta positivo al virus. Oltre ai test è quindi importante che i medici ricevano anche i kit con i dispositivi di sicurezza».

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PADOVA - La foto è stata scattata sabato pomeriggio, poco dopo le 14, in Piazza delle Erbe proprio sotto la scalinata del Palazzo della Ragione, lì dove si affaccia la finestra dell'ufficio del sindaco. L'autore dello scatto, postato su Facebook e condiviso centinaia di volte in poche ore, è il padovano Michele Zaggia, che ha commentato con un laconico " Veneto zona gialla.

Ultimo aggiornamento: 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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