VENEZIA - Un forte e persistente odore acre, tipico di qualcosa che è andato a fuoco, ha raggiunto ieri mattina anche la città d'acqua - specialmente alcuni sestieri come quello di Cannaregio - e l'area del Lido, dopo una notte in cui a Sottomarina di Chioggia si è consumata la tragedia. Ore drammatiche in cui hanno perso la vita Gianni Boscolo Scarmanati e la moglie Luisella Veronese, insieme al figlio Davide, la cui abitazione è stata avvolta dalle fiamme, senza lasciare scampo ad alcun membro della famiglia. I poco più di 50 chilometri che separano Sottomarina da Venezia ieri sono stati in qualche modo accorciati da un vento pungente che ha spinto con insistenza, fino in centro storico, un odore inconfondibile che, intorno alle 9.30, non ha potuto non allarmare i veneziani intenti a concedersi una passeggiata domenicale o ad aprire le finestre di casa dopo le ore notturne. Non appena circolata la notizia del tragico fatto che ha sconvolto una comunità intera, collegare quanto percepito a livello olfattivo con quanto accaduto nel litorale soltanto una manciata di ore prima è stato tristemente automatico. In modo particolare, tra i residenti di Cannaregio la mente è tornata a circa un anno fa, quando un rogo aveva intaccato un'area esterna dell'ex ospedale pediatrico Umberto I, a Sant'Alvise, avvolgendo nelle fiamme il ricovero degli attrezzi utilizzati per la cura del verde, nonché alcuni cavi della cabina dell'Enel posizionati nelle vicinanze. Un episodio che fortunatamente non registrerà tragiche conseguenze. Verso l'ora di pranzo ieri l'aria, in città, è poi tornata pulita, lasciando il cielo terso.
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