Esplosione nella diga di Suviana, nell'Appennino bolognese, la più imponente in Italia con il suo bacino di oltre 40 milioni di metri cubi di acqua. L'esplosione è avvenuta alle tre del pomeriggio di martedì 9 aprile all'interno della centrale idroelettrica di Bargi, affacciata sul bacino artificiale, il bilancio delle vittime e dei feriti è tragico: tre morti, quattro dispersi, cinque feriti gravi. Il padovano Adriano Scandellari risulta disperso, mentre sono rimasti feriti Stefano Bellabona di Noventa Padovana e il veneziano Sandro Busetto.
Cosa è successo nella centrale idroelettrica?
Causa del disastro, stando ai primi, complicati sopralluoghi effettuati dai vigili del fuoco e alle testimonianze di due dipendenti lievemente feriti, sarebbe stata l'esplosione in un trasformatore collegato a una turbina.
Manutenzione straordinaria
Circa due anni fa nell'impianto di Bardi erano stati avviati interventi di manutenzione straordinaria, che si sono conclusi a marzo. In questo periodo erano in atto le fasi di collaudo e ieri si svolgevano i test su uno dei due gruppi di produzione di energia, operazione di «revamping» nella quale erano impegnati dodici addetti delle aziende esterne appaltatrici Abb e Siemens provenienti da Lombardia, Veneto e Liguria.
Ferito un tecnico veneziano, disperso un padovano
Tra questi c'è anche un tecnico veneziano, Sandro Busetto, ora ricoverato nel reparto Grandi Ustionati dell'ospedale di Pisa, e Stefano Bellabona di Noventa Padovana. I cinque feriti gravi sono stati ricoverati negli ospedali di Parma, Forlì e, per l'appunto, Pisa, tra loro un operaio di 55 anni con ustioni su tutto il corpo trasportato nel reparto di rianimazione di Cesena e in prognosi riservata. Disperso, invece, l'ingegnere di Enel Green Power Adriano Scandellari, di Ponte San Nicolò (Padova) che alla fine dello scorso anno ha ricevuto il titolo di Maestro del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La chiesa del paese è aperta dalle 9.30 di questa mattina per pregare per lui. Sindaco e parroco al momento si trovano a Bargi. «Non lasciamo la speranza, ci crediamo» ha detto don Daniele, sacerdote di Ponte San Nicolò.