Parucchiere, operai, manager tornano sui banchi di scuola: «La nostra maturità a 40 anni»

Venerdì 26 Giugno 2020 di Alessandra Vendrame
Parucchiere, operai, manager tornano sui banchi di scuola: «La nostra maturità a 40 anni»
TREVISO - Insieme all'esame di maturità si può trovare un papà con la passione per l'arte, operaio di giorno e studente la sera, una mamma che ha rinunciato al suo lavoro di parrucchiera per seguire la famiglia e ha deciso di tornare a studiare ciò che ha sempre amato, la manager formatrice di successo con una laurea in economia che si diploma con 100 e l'interprete tutto il giorno in ufficio alle prese con l'import e l'export. Sono ancora gli studenti adulti i protagonisti della maturità 2020 della scuola trevigiana. Dopo l'Ipsia Giorgi è stavolta è il liceo artistico di Treviso (con due indirizzi: design e Discipline plastiche pittoriche) a scrivere altre pagine che raccontano della forza di volontà di rimettersi in gioco a quarant'anni e più a cominciare proprio dalla scuola. 

RITORNO SUI BANCHI
I primi tabelloni con i primi centini della maturità all'artistico serale sono in arrivo dalla sezione Plastico pittorica. Cento per Sonia Borghetto, Maria Luce Miani, Masserotti Caterina e Vittorina Vanzetto (sezione Design). Una maturità bis da pieni voti che può arrivare anche con una laurea e una brillante professione già in curriculum: «Sono sempre stata appassionata di arte ma ho voluto studiare bene gli sviluppi di creatività legati all'arte in chiave economico aziendale per la ricerca di soluzioni e metodi di sviluppo utili alle aziende» spiega Caterina Munafò, 44 anni, una laurea in economia e commercio, formatrice di manager di successo e oggi diplomata con il massimo dei voti. Ma a spingere a tornare di nuovo tra i banchi di scuola è anche la forza di volontà di rimettersi in gioco per provare a voltare pagina: «Dopo che sono arrivata a Treviso per seguire mio marito trasferito per lavoro ho rinunciato alla mia professione di parrucchiera - racconta Tatiana Bocedi, 44 anni, oggi neo diplomata dell'indirizzo design - . All'inizio mi sentivo persa, poi con il suo sostegno e quello di mia figlia ho deciso di iscrivermi all'artistico. Se avessi vent'anni lavorerei nel settore del design d'arredo ma per ora ho deciso che mi iscriverò all'università». 

UN DESIDERIO
Il ritorno sui banchi di scuola dopo una giornata di lavoro arriva pure per riprendere il filo di un percorso di studio lasciato negli anni in sospeso. Così è stato per Ignacio Bussetti, 47 anni, operaio alla Permastelisa, figlio di immigrati italiani, arrivato dall'Argentina nel 2004: «Dopo un diploma in ragioneria avevo fatto un percorso all'accademia delle belle arti a San Martin, Buenos Aires, ma non avevo concluso gli studi - racconta Ignacio .-  A darmi la forza di riprendere in mano i libri per realizzare il mio sogno sono stati i miei due figli e mia moglie». L'entusiasmo di tornare a studiare quello che si era messo da parte in gioventù non smette mai di bussare alla porta: «Era rimasta inascoltata la creatività artistica - dice Glenda Colombera, 43 anni, traduttrice e interprete per un'azienda trevigiana - Così quando si è presentata di nuovo l'occasione non ci ho pensato due volte a tornare di nuovo a scuola». Un traguardo da tutti raggiunto al tempo della scuola al tempo del Coronavirus. Che ha messo a dura prova non poco gli studenti adulti lavoratori: «Nelle tante difficoltà che hanno segnato tutti gli studenti durante i mesi dell'emergenza Covid, a maggior ragione hanno chiesto un maggiore sforzo agli adulti che in molti casi hanno comunque continuato a lavorare senza sosta mette in luce il professor Carlo Pradella, docente fiduciario delle sezioni del liceo serale E se non è stato facile per i ragazzi che non lavorano per gli adulti studenti è stato ancora più difficile». 
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