ln Polesine nascono sempre meno bambini: in un decennio oltre 650 piccini in meno

Martedì 2 Gennaio 2024 di Francesco Campi
Culle sempre più vuote in Polesine

ROVIGO - Il numero di nati in Polesine è in continuo calo. Nel corso del 2021 in provincia sono venuti alla luce circa 1.200 bambini, lo 0,5% in meno rispetto al 2021. Fatto sta che, al primo gennaio 2023, i bambini con meno di un anno erano 1.186, quelli fra 10 e 11 anni 1.850. In un decennio, quindi, il gap di nascite è di oltre 650 bambini in meno, con quello che comporta non solo in termini di spopolamento e depauperamento sociale del territorio, ma anche, per dire, di scuole che costrette a chiudere, nonostante a Rovigo sia apparsa una buona idea distruggere uno dei giardini più belli fra quelli di tutti gli asili cittadini per piazzare un prefabbricato e chiamarlo nuovo nido.

BASSA NATALITÀ

Il tasso di natalità, rapporto tra il numero dei nati in un anno e l’ammontare della popolazione residente, in provincia di Rovigo nel 2022 è stato pari al 5,1 per mille, rispetto a una media nazionale e a una media del Nordest, che sono coincidenti, del 6,7 per mille, e che pure rappresentano la cifra più bassa tra tutti gli stati dell’Unione europea, dove il tasso di natalità medio, pur in calo, si è attestato all’8,7 per mille. Solo nelle province della Sardegna, Sassari esclusa, ed a Verbania, c’è un tasso di natalità più basso di quello del Polesine. Una dato che fa riflettere. Ma un dato che va però anche analizzato a fondo. Se si va, infatti a vedere come è cambiato il tasso di natalità fra 2014 e 2020, grazie ad un’elaborazione di Openpolis su dati Istat, non mancano le sorprese.

SEI COMUNI IN CRESCITA

In sei comuni, infatti, il tasso di natalità relativo è cresciuto. In particolare a Pettorazza è passato da 3,11 a 5,93, a Villanova Marchesana da 5,08 a 6,86, a Frassinelle da 2,72 a 4,94, a San Martino da 3,73 a 5,24 e ad Ariano da 4,31 a 5,80. A questi incrementi fanno riscontri i cali drastici che, invece, si sono registrati in quattro comuni: a Fratta il tasso di natalità è passato da 8,06 del 2014 al 3,12 del 2022, a Bosaro da 10,60 al 4,84, a Canda dal 12,04 al 4,57, a Salara dal 9,18 addirittura allo 0. Vero è che, trattandosi di numeri molto piccoli, variazioni significative si verificano anche solo con una o due nascite in più o in meno. Comunque, nel 2022 il tasso di natalità più alto fra i comuni polesani è stato quello di Ceneselli, 9,44, seguito da San Bellino con 7,54, Lusia con 7,06, Villanova Marchesana con 6,86, Castelmassa con 6,74, Occhiobello con 6,25, Bergantino con 6,07 e Badia con 6,05. Nel capoluogo Rovigo il tasso di natalità nel 2014 era pari a 6,53, mentre nel 2022 è stato 5,17. Ad Adria, invece, è passato da 5,83 a 4,64, mentre a Porto Viro da 7,34 a 4,14.
Un altro dato che dimostra come il problema del calo delle nascite in Polesine sia ormai strutturale è dato dal fatto che, in realtà, il tasso di fecondità, ovvero il rapporto tra il numero di nati da donne fra 14 e 50 anni e il numero medio di donne residenti di tali età, non sia in realtà calato negli ultimi vent’anni. Nel 2002, infatti era pari a 0,95, mentre nel 2022 è stato 1,09. Dieci anni prima, nel 2012, era salito addirittura 1,30. Valori più bassi rispetto alla media nazionale, che nel 2002 era di 1,27, nel 2012 di 1,42 e nel 2022 di 1,24, ma non fra i più bassi d’Italia. Nel 2002, infatti, il tasso di fecondità relativo alle donne di origine straniere residenti in Polesine era pari a 2,82. Sostanzialmente, una media di quasi tre figli per donna, rispetto al valore di 1,21 della componente italiana. Nel 2012 il tasso di fecondità delle donne straniere residenti in Polesine è calato a 2,33, mentre quello delle italiane si è ridotto a 1,12. Nel 2022, invece, il tasso di fecondità delle donne straniere è scemato a 2,09, mentre quello delle italiane a 0,9.
 

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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