Pordenone. Risonanza magnetica a mezzo servizio: i medici sono troppo pochi. E la direzione "riassume" l'ex primario della Radiologia

Giovedì 25 Gennaio 2024 di Loris Del Frate
Pordenone. Risonanza a mezzo servizio: i medici sono troppo pochi. E la direzione "riassume" l'ex primario della Radiologia

Si dovrà aspettare ancora molto tempo prima che l'unica risonanza magnetica dell'ospedale di Pordenone torni ad essere utilizzata a pieni volumi. Come dire, insomma che gli esami al la casa di cura San Giorgio, ma anche in altre strutture, andranno avanti ancora a lungo. Ma c'è di più. Già, perché oltre al policlinico pordenonese, i pazienti ricoverati e gli esterni che hanno la prescrizione del medico di base per utilizzare la diagnostica, quasi certamente saranno indirizzati anche in altre strutture private proprio per non intasare ulteriormente e allungare le liste di attesa.

La direzione generale del Santa Maria degli Angeli, infatti, sta già cercando altre strutture dove canalizzare gli utenti che necessitano l'esame sia perché i tempi per rientrare all'ospedale sono lunghi e anche per il fatto che i numeri crescono.


ALL'INTERNO
Il problema, infatti, si è acuito perché la risonanza magnetica che si trova all'interno dell'ospedale a causa della carenza di personale non riesce a dare risposte sufficienti per contribuire a smaltire la lista di attesa. I radiologi che operano all'interno, infatti, sono pochi, troppo pochi e si occupano in prevalenza degli esami ai pazienti che provengono dal pronto soccorso . A loro si sommano quelli della Senologia. Impossibile fare di più. Una apparecchiatura ottima, perfettamente funzionate, ma sotto utilizzata per la carenza di personale.


IL CONCORSO
Sono tre le strade che il direttore generale Giuseppe Tonutti ha intrapreso per cercare di rimettere in carreggiata uno dei Servizi più importanti dell'ospedale, quello di Radiologia, appunto. La prima è stata quella di indire un concorso per il conferimento di incarichi individuali di lavoro autonomo al quale ha partecipato un pensionato di lusso, il dottor Paolo Mancinelli, già primario della Radiologia e della Radiologia interventistica. Lo scorso 11 gennaio Mancinelli ha avuto il via libera. Lavorerà con risonanza collocata al Santa Maria degli Angeli in modo particolare per la Senologia. Il contratto dura sei mesi. La seconda strada è stata quella di bandire un altro concorso per l'assunzione di medici radiologi da mettere in carico all'ospedale di Pordenone. Il concorso non è ancora chiuso, ma a quanto pare sarebbero già arrivate alcune candidature. Resta da capire alla fine quante saranno e soprattutto se si tratta di radiologi già specializzati e quindi da gettare subito nella mischia o specializzandi che ovviamente hanno bisogno dei tutor. In ogni caso con il concorso e i medici radiologi interni l'obiettivo è quello di coprire tutti gli esami interni, quelli esterni, la radiologia interventistica, la Senologia e coadiuvare pure l'ospedale di San Vito. La terza strada messa in campo dal direttore Tonutti, infine, è quella dell'oramai famoso bando "chiavi in mano". In pratica l'affidamento all'esterno della gestione dei casi di risonanza che arrivano da Pronto soccorso di Pordenone, quello di Spilimbergo e Sacile. Per quanto riguarda la messa in opera del servizio "chiavi in mano" i tempi non saranno però così brevi. Si tratta, infatti, di attendere tutti i passaggi burocratici necessari che sono particolarmente pesanti da un punto di vista dell'espletamento delle gare, l'assegnazione e tutto il resto previsto dalla burocrazia. Se va bene si arriverà all'operatività per i primi mesi dopo l'estate. Tempi ancora lunghi, quindi, che non consentono allo stato di rimettere in moto l'operatività della struttura con le risorse interne. Da qui la necessità di affidarsi al San Giorgio e ad altre strutture per le risonanze dei pazienti interni ed esterni in attesa di ritrovare l'assetto del personale che consentirà di riprendere in mano il Servizio.


IL PERSONALE
Ma sulla carenza di personale torna all'attacco il consigliere del Pd, Nicola Conficoni che la prende alla larga, passando anche per la perequazione dei fondi tra l'Asfo e le altre aziende sanitarie del territorio regionale. «Che la perequazione dei fondi per il salario accessorio assegnati alle diverse aziende sanitarie fosse una priorità di Riccardi è assolutamente un'invenzione. Dopo sei anni di guida della salute pubblica si è deciso solo ora a fare un passo più volte sollecitato, in ultimo con la mozione discussa a ottobre dello scorso anno. Adesso è necessario cambiare rotta e investire sulle risorse umane». Tutto vero, ma è altrettanto vero che prima alla guida della regione c'era il Pd con governatore Debora Serracchiani e la perequazione non c'è stata comunque. In ogni caso Conficoni va avanti puntando il dito. «Anziché fare passerelle, l'assessore dovrebbe aprire al dialogo, non solo di facciata, e confrontarsi con la popolazione che subisce le liste di attesa e il taglio dei servizi. Perché non va a San Vito, dove i cittadini stanno firmando in massa contro la chiusura del punto nascita, a chiarire perché non viene riaperto riorganizzando le risorse a disposizione del dipartimento materno-infantile? Va presa piena coscienza del fatto che la crisi del personale della sanità pubblica regionale è il nodo principale del sistema salute - conclude - e la perequazione è un positivo primo passo, ma serve una svolta sulle risorse umane che, come ha ricordato anche il primario del Cro, Borsatti, sono indispensabili a sfruttare appieno le potenzialità delle tecnologie. Si inverta la rotta e si riportino i medici e i professionisti della salute nel sistema pubblico, solo così si daranno risposte, in termini di servizi a tutti i cittadini, presi in giro dall'assessore sui rimborsi per le cure private».

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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