Prime confessioni dell'assassino di Michael Boschetto: «Ero da lui per chiarire una situazione»

Le ammissioni di Giacomo Friso dopo l'arresto. Si è presentato sabato all'alba dal vicino, era molto alterato

Lunedì 29 Aprile 2024 di Serena De Salvador
A sinistra Giacomo Friso e a destra Michael Boschetto

VILLAFRANCA - Si conoscevano da molti anni il 31enne Michael Boschetto e il 34enne Giacomo Friso. Anni segnati talvolta anche da screzi e scontri. E proprio la volontà di un confronto definitivo potrebbe essere alla base della lite sfociata in omicidio all’alba di sabato a Villafranca Padovana, che ha visto il 34enne sferrare una coltellata mortale al vicino di casa. A spiegarlo, in alcune parziali ammissioni rese dopo l’arresto, sarebbe stato lo stesso Friso. «Sono andato lì perché volevo affrontare la situazione» avrebbe detto, pur avendo agito mentre era fortemente alterato.


Ma i due non si vedevano da due anni, da quando l’omicida era entrato in comunità per trattare la sua tossicodipendenza. E allora quale era la situazione da affrontare? Se un motivo reale c’è, lo potrà dire solo il 34enne. Che però da giorni pare fosse in uno stato profondamente alterato, tanto da aver terrorizzato mezzo paese girando con un coltello e da aver messo le mani addosso a un altro uomo.

E allora ecco che l’omicidio potrebbe essere una tragedia figlia di una furia senza un obiettivo preciso. Michael ha provato a difendersi strenuamente, colpendo più volte l’aggressore che gli ha però affondato il coltello in un fianco, lasciandolo morire dissanguato. Ora Friso è in carcere, accusato di omicidio, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. E a essere attesa è soprattutto la chiarezza sul movente.


I RAPPORTI

Boschetto e Friso, quasi coetanei, vivevano in via Gomiero, nel centro del paese. Il primo al civico 4 con il padre, il secondo al 5 da solo. Uno di fronte all’altro. Friso, cresciuto senza padre e rimasto orfano di madre da ragazzo, quando è morta anche la nonna ne ha ereditato l’abitazione e da giovanissimo è finito preda della tossicodipendenza. Boschetto, pur avendo avuto più di dieci anni fa un guaio con la giustizia, si era costruito una vita onesta di lavoro.
Il paese piccolo, le case a due passi e l’adolescenza: inevitabilmente i due trentenni avevano finito per conoscersi benissimo. Anche a causa delle turbolenze di Friso non sono però mancate delle tensioni, con più di qualche litigio e qualche scontro fisico. Da quando però il 34enne era entrato in una comunità di recupero a Breganze la situazione pareva archiviata. Nei giorni scorsi invece, quando è tornato in paese, le cose sono degenerate.


LA SPIRALE NEGATIVA

«I suoi problemi li ha sempre avuti, ma non era mai stato come in questo periodo». Ad ammetterlo è anche Paolo Zerin, lo zio di Friso che con alla moglie e il figlio sono sempre stati i suoi unici parenti. E a sottolinearlo sono molti compaesani: «Da quando è tornato era fuori di testa, mercoledì sera mi ha messo le mani al collo, poteva uccidere anche me» ha spiegato ad esempio Jonathan Gobbato. Un atteggiamento che non è passato inosservato, ma anche ai parenti Friso avrebbe detto di non volere aiuto. E i due giorni prima dell’omicidio fanno ora guardare al delitto come a una tragedia annunciata. La notte tra mercoledì e giovedì l’aggressione al compaesano; giovedì sera una denuncia a Camisano Vicentino per aver creato scompiglio in un bar e aver aggredito i carabinieri; venerdì sera nuovi problemi al bar del paese. Fino all’assassinio di Boschetto poco dopo le 6 di sabato.


LE INDAGINI

Secondo quanto finora ricostruito, Friso alle prime luci dell’alba è andato a bussare da Boschetto, svegliandolo. Ne sarebbe nata una lite nel cortile sul retro di casa della vittima, sentita da un residente ma della quale l’unico testimone rimasto in vita è il 34enne. I due sono venuti alle mani: Boschetto per allontanare Friso e difendersi lo avrebbe picchiato, ma questi, anziché mollare il colpo, ha affondato il coltello. O forse addirittura due, poiché tanti ne sono stati sequestrati in casa sua, dove sarebbe tornato a rifugiarsi prima di scappare all’arrivo dell’ambulanza e delle forze dell’ordine. «Sono andato lì per chiarire» avrebbe affermato dopo essere stato arrestato. E il coltello? Lo aveva già prima o è andato a prenderlo dopo la lite?
In paese però c’è anche chi pensa che a scatenarlo possa essere stato un rifiuto da parte di Boschetto alla richiesta di accompagnarlo ad acquistare dello stupefacente. Una richiesta che Friso sarebbe stato solito fare a chiunque incontrasse, anche negli anni passati, e che quando non veniva soddisfatta lo mandava su tutte le furie. Richiesta tornata a battere pure dopo il suo ritorno, tanto che anche qualcuno vicino alla vittima lo avrebbe una volta accompagnato pur di non trovarselo di nuovo davanti in preda all’ira. Agli inquirenti ora il compito di risalire al reale movente dell’omicidio.

Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 11:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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