«Lucio Battisti era di destra?». Il Comune di Belluno vieta i manifesti: «È propaganda elettorale»

Mercoledì 8 Maggio 2024 di Daniela De Donà
«Lucio Battisti era di destra?». Il Comune di Belluno vieta i manifesti: «È propaganda elettorale»

BELLUNO - In Comune non gli timbrano i manifesti da affiggere.

Motivo, in sintesi? «Siamo in campagna elettorale». Il protagonista della vicenda vuole raccontare un episodio che, a suo dire, lascia basiti. «Da non credere!», scrive, così, al Gazzettino, Francesco Demattè, già docente di filosofia al liceo classico Tiziano, poi dirigente scolastico a Domeggge-Calalzo e alla scuola media “Sebastiano Ricci (Comprensivo 1 di Belluno), ora presidente dell'Associazione “La terra dei padri” (sede in via dei Molini, Borgo Piave). Questi i dettagli della storia, narrata a tratti in tono ironico. «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr.) mi sono recato presso l'ufficio tributi del mio Comune, che si trova in via Mezzaterra accanto all'ufficio anagrafe, per fare apporre un timbro su dieci, dicesi dieci, locandine che intendevo affiggere in alcuni locali pubblici della città e che portano a conoscenza della cittadinanza la presentazione, per sabato 11 maggio prossimo venturo, di un libro avente per oggetto un noto cantautore degli anni Settanta: ebbene, il timbro mi è stato rifiutato dalla funzionaria di turno.

È stata cortese, niente da dire, ma ferma nel suo diniego. Lei non c'entra nulla, ne sono certa. Doveva rispettare una regola, evidentemente. Sapete perché il no? Nella locandina, che accludo, c'è il termine 'Destra' e in campagna elettorale, mi è stato gentilmente ribadito, non si può citare il termine 'Destra'!». La locandina (pubblicata qui accanto) ha come base la fotografia di Lucio Battisti. Il titolo recita: “Lucio Battisti era veramente di Destra?”. E sotto: ne discuteranno Francesco Demattè e Marco Rossi, autore di “Volando intorno alla tradizione-Lucio Battisti tra musica ed esoterismo” (edizioni Il Cinabrio). Precisa Demattè: «Lo scopo dell'incontro su Battisti non è quello di entrare nelle pieghe politiche, al di là del titolo dell'incontro che è un po' civetta, ma di ricordare le note canzoni. Da Emozioni a Giardini di marzo, da Mi ritorni in mente a La canzone del sole». Nello scritto inviato al Gazzettino vi è, infine, una considerazione. Questa sì di carattere politico: «Per chi non lo sapesse: l’amministrazione a Palazzo Rosso è di centro destra. Che il no sia stato solamente un malinteso o un senso di pudore? Sono d’altronde certo che se, nella locandina, fossero apparse le parole “Sinistra” o “Centro” la reazione sarebbe stata la medesima. Direbbe, commentando ipoteticamente la vicenda, il camaleonte Talleyrand: “Mais surtout pas trop de zèle”. Parole, queste, dell'abilissimo diplomatico Charles Maurice Talleyrand principe di Perigord (fu regista occulto al Congresso di Vienna e consigliere di Napoleone Bonaparte, ndr.) che suonano suppergiù così: soprattutto non troppo zelo, quello eccessivo a volte non paga».

Ultimo aggiornamento: 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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