CORTINA - Ci sono due fenomeni che toccano note località turistiche italiane, e fra queste anche Cortina d’Ampezzo, ovvero l’overtourism da una parte e l’abbandono del centro dall’altro, a causa dell’aumento dei prezzi. L’overttourism è il sovraffollamento turistico in determinate giornate con fenomeni concentrati in alcune zone. Emblematico ad esempio l’assalto al lago del Sorapis. Il sociologo bellunese Diego Cason, che ha condotto una ricerca sull’andamento dei residenti a Cortina (che ora sono poco più di 5000), mette in guardia: «Nei luoghi turistici se la popolazione nei giorni normali è 10, in stagione diventa 100.
LA DINAMICA
Cortina come Venezia quindi. «Entrambe hanno le stesse dinamiche - dice Cason -, ovvero la riduzione della popolazione residente, degli attivi locali in grado di svolgere attività produttive, ed aumento delle rendite immobiliari: i prezzi delle case salgono a prezzi intollerabili per i residenti. Infatti se a Belluno, secondo i dati dell’ufficio centrale delle Entrate, si può acquistare un appartamento di buona qualità a 1200 euro al metro quadrato, a Cortina non se ne trovano a meno di 9000, ma i prezzi di mercato sono diversi, arrivando anche a 20.000 euro a metro quadrato. È evidente che una famiglia con uno stipendio normale non può permetterselo e preferisce località con prezzi minori». E l’ulteriore nota dolente: «Il risultato di ciò è che Cortina ha subìto negli ultimi 20 anni un calo del 9 per cento dei residenti e questo è paradossale perché è il comune in provincia di Belluno con reddito pro capite più alto e il settimo in Veneto».
GLI HOTEL
E se la residenzialità nella conca ampezzana sconta l’evidente fenomeno dello spopolamento, alberghi e strutture ricettive sono sempre più nelle mani di imprenditori di altre regioni o esteri. «L’80 per cento degli alberghi non è di ampezzani - continua il sociologo - come circa la stessa quantità di esercizi commerciali, ma anche i maestri di sci gli locali sono una minoranza, e questo dovrebbe farci riflettere. Il turismo infatti è un buon sistema per integrare i redditi locali, ma se si spinge troppo, il luogo diventa una merce che viene prodotta e gestita da altri, e i vantaggi e i profitti che si ricavano da queste attività non vanno ai residenti».
OLIMPIADI
Le Olimpiadi Milano Cortina 2026 appaiono a molti l’opportunità per cercare di invertire tale tendenza. «Assolutamente no - continua Cason - e la storia è notissima: avvantaggiano solo chi vuole intercettare le centinaia di migliaia di euro che arrivano con queste manifestazioni». Poi precisa: «È evidente che possono produrre dei benefici indiretti, come nel nostro caso, se venisse messa in parte a posto la viabilità sull’Alemagna, per esempio. Raramente i Giochi Olimpici portano vantaggi demografici e sociali nel luogo in cui avvengono; possono portare qualche beneficio economico sì, ma è modesto rispetto al flusso di denaro prodotto in quel luogo».