Quando sono stati arrestati, avevano già prenotato un volo di ritorno per l’Italia.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i turisti avrebbero incontrato la presunta vittima nella notte tra sabato e domenica. Erano circa le 2, quando la ragazza si è avvicinata a uno degli italiani fuori da un noto locale in Can Pastilla, sul Passeig Maritim di Palma, in una delle zone più turistiche dell’isola spagnola. Dapprima gli avrebbe chiesto una sigaretta e il ragazzo, che non ne aveva, si sarebbe premurato di procurargliene una. Da lì le presentazioni e qualche chiacchiera, poi i saluti e il proseguimento della serata sulla pista da ballo. All’orario di chiusura, intorno alle 5, i due si sarebbero incontrati una seconda volta e a quel punto avrebbero deciso di concludere la nottata insieme a casa di lui. A bordo di un taxi hanno raggiunto il residence con vista sulla Playa de la Palma, dove alloggiava il gruppo di amici. Soltanto una volta entrati nell’appartamento, è cominciato per la donna il peggiore degli incubi. Dopo un primo rapporto consensuale con il ragazzo conosciuto fuori dal locale, lui avrebbe fatto entrare nella stanza altri due amici. A nulla sarebbe servito il tentativo di rifiuto da parte della presunta vittima. I giovani, a turno, avrebbero cominciato a violentarla tenendola immobilizzata e impedendole in qualsiasi modo di fuggire. Nell’appartamento, sul balcone, era presenta anche un quarto giovane, a sua volta finito in carcere nonostante pare non aver preso parte agli abusi. Poiché non si è opposto a ciò che stava accadendo a pochi metri da lui né ha fatto nulla per tentare di fermare gli amici, il giudice ha convalidato l’arresto anche nei suoi confronti.
LA FUGA
Quegli attimi di terrore hanno avuto fine soltanto quando la ragazza è riuscita a fuggire dall’appartamento, avendo la lucidità di portare con sé il passaporto di uno degli aggressori per assicurarsi che venissero presi. Subito dopo, ha denunciato il terribile episodio al commissariato di Palma di Maiorca e immediatamente è stato attivato il protocollo per le vittime di abusi. Portata in una clinica, la giovane è stata visitata dai medici che hanno accertato la presenza di lesioni compatibili con una violenza sessuale. A quel punto hanno preso il via le indagini per risalire ai responsabili. A lavorare sul caso sono stati gli agenti dell’Ufam, gruppo operativo della polizia di assistenza alle famiglie e alle donne maltrattate. Non ci è voluto molto prima che gli investigatori scoprissero che i ragazzi avevano intenzione di tornare in Italia quel giorno stesso e che erano già in possesso del biglietto aereo. La rapidità degli accertamenti, tra cui anche un’ispezione della polizia scientifica nell’abitazione in cui sarebbe avvenuta la violenza, ha consentito di portare all’arresto dei quattro indagati prima che potessero imbarcarsi. Davanti al giudice della sezione 1, ieri gli italiani hanno risposto soltanto alle domande del loro avvocato. La linea difensiva, secondo quanto emerso già da questa udienza, punterebbe tutto sul presunto consenso da parte della donna.